Avrebbe prestato complessivamente 3.500 euro pretendendo un tasso di interesse di oltre il 120% a un imprenditore del settore della ristorazione in crisi economica, anche per il calo degli incassi legati all’emergenza Covid19.
E’ l’accusa contestata dalla Procura di Catania a un 33enne, Giuseppe Luigi Celi, che è stato arrestato da militari della Guardia di finanza per usura, reato aggravato dal metodo mafioso e perché commesso nei confronti di un imprenditore in crisi.
Secondo le indagini Celi aveva prestato, in più tranche a partire da febbraio di quest’anno, la somma al ristoratore catanese, che l’aveva utilizzata anche per la prosecuzione dell’attività economica: a fronte di tale prestito, l’imprenditore doveva restituire rate con l’applicazione di un tasso d’interesse usurario superiore al 120% su base annua.
L’uomo è stato bloccato dalle Fiamme gialle dopo avere incassato una ‘rata’ del prestito da parte della vittima.
Nella sua abitazione gli investigatori hanno trovato e sequestrato mille euro in contanti, agende, ‘pizzini’ e documenti relativi alla ‘contabilità in nero’ attestante il prestito a tassi d’usura. La Procura contesta a Celi, sottoposto alla sorveglianza speciale, di avere avuto “plurime frequentazioni con soggetti appartenenti alle famiglie mafiose del clan Santapaola-Ercolano”.
Proprio in funzione del materiale rinvenuto è stata diposta una ulteriore attività investigativa e durante una successiva perquisizione nella casa del padre dell’arrestato militari della Guardia di finanza di Catania hanno rinvenuto e sequestrato una pistola e 40 cartucce e lo hanno denunciato per detenzione di armi da fuoco anche il genitore dell’arrestato. Il gip ha convalidato l’arresto di Celi ed emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Le indagini della Guardiadi Finanz proseguono anche in altre direzioni e con altri spunti allo scopo di scongiurare le infiltrazioni della criminalità organizzata nell’imprenditoria sana anche e soprattutto in questo delicato momento legato all’emergenza covid19 ed al danno economico che le attività imprenditoriali stanno subendo
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