“Una vera e propria tassa che nulla ha a che vedere con la tutela ambientale”, lo sostiene, parlando di Plastic Tax, Dhebora Mirabelli, presidente regionale della Confederazione Nazionale della Piccola e Media Industria (CONFAPI).
Secondo la rappresentante della categoria dei piccoli e medi industriali siciliani, la tassa sulla plastica colpirebbe pesantemente la Sicilia. “Sono presenti numerose aziende del settore, con eccellenze che producono ed esportano i propri prodotti in tutto il mondo. Un comparto produttivo che in Sicilia conta migliaia di lavoratori tra produzione diretta e indotto”, aggiunge Mirabelli.
Intanto la Plastic Tax in queste settimane sta suscitando numerose polemiche sull’intero territorio nazionale. “Deflazionamento del rifiuto” e “incentivazione della filiera produttiva del riciclo e trasformazione dei rifiuti” sono le soluzioni prospettate dal Confapi. “Occorrerebbe – conclude Mirabelli – una seria pianificazione legislativa di incentivi che faccia deflazionare gli imballaggi e che al contempo promuova insediamenti industriali per la gestione, semi lavorazione e trasformazione della plastica così da far diventare il materiale di scarto, da rifiuto a risorsa economica produttiva ed occupazionale”.
Secondo Miriam Pace, direttore generale di Plastica Alfa una delle aziende catanesi impegnata nel settore, “l’impatto della Plastic Tax non riguarda solo le aziende ma la società, pone l’accento in maniera errata sulla natura di questa materia prima, poiché diffonde l’idea della plastica come inquinante, cosa che non riguarda la materia in se ma l’uso sbagliato che se ne fa e la mancanza di progettazione del ciclo di vita dei prodotti”.
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