L’assessorato regionale alla Salute, in collaborazione con il Policlinico di Catania ed i suoi esperti informatici del Centro Servizi Multimediali, ha realizzato una dashboard interattiva dedicata alla sorveglianza delle resistenze batteriche. Si tratta di una piattaforma, disponibile sul portale regionale Qualità Sicilia SSR, che consente ai fruitori di consultare i dati su diversi profili di antibiotico-resistenza dei principali microrganismi “alert” e del contesto epidemiologico locale attraverso la lettura dei database dei laboratori di microbiologia.
“Dall’esperienza del Covid abbiamo imparato l’importanza di avere quante più informazioni possibili sulle terapie farmacologiche da intraprendere in determinati momenti”. A spiegare il valore aggiunto da un punto di vista epidemiologico della dashboard è lo stesso assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.
“L’abuso di antibiotici, come sappiamo, ha generato forme di resistenza in alcuni pazienti che, rendendo inefficaci le terapie normalmente previste, hanno quindi bisogno di un altro tipo di approccio – continua Razza – . Questa nuova dashboard consente ai medici e a tutti gli operatori sanitari di avere immediatamente un quadro chiaro di quale sia la situazione di resistenza antibiotica, in modo da poter orientare i processi decisionali nella prescrizione della terapia empirica”.
Il rappresentante del governo Musumeci conclude: “Si tratta di un importante strumento, attivato in Sicilia tra i primi in Italia, che ha già riscontrato l’apprezzamento del Ministero e dell’Istituto Superiore di Sanità, per il quale ringrazio gli specialisti del Policlinico di Catania e, in particolar modo, la dottoressa Stefania Stefani dell’Università di Catania, referente scientifico del progetto”.
La resistenza può essere naturale o acquisita, cioè stimolata da una precedente esposizione all’antibiotico. Può essere accelerata da usi inappropriati e assunzioni senza consulto medico. Si esercita così una pressione “selettiva” sulla popolazione batterica, favorendo la crescita di ceppi con ridotta o assente sensibilità agli antibiotici. Diversi i meccanismi: il patogeno modifica il bersaglio del farmaco (o lo sostituisce), produce enzimi che lo inattivano, usa sistemi che ne riducono l’ingresso al suo interno.
Il report del 2021, ha analizzato dati di 30 Paesi dell’Unione europea e dello Spazio economico europeo che fanno parte della rete continentale di sorveglianza del consumo di antibiotici (Esac-Net), e quelli di 15 Stati della rete Amc (Antimicrobial Medicines Consumption) dell’Oms Europa: tra il 2014 e il 2018, otto nazioni della rete Esac-Net hanno mostrato riduzioni significative nel consumo totale di questi farmaci (Danimarca -2,5%, Finlandia -5,2%, Germania -3,4%, Lussemburgo -1,3%, Paesi Bassi -1,5%, Norvegia -2,5%, Svezia -2,9% e Regno Unito -2,6%). “La consapevolezza è aumentata – ammette D’Ancona – ma sono processi molto lenti. Per cambiamenti significativi ci vorrà più tempo”.