Il Primo Maggio è servito ad elaborare i dati, ancora parziali, delle primarie del Pd all’ombra dell’Etna, le prime riflessioni dopo il voto però arrivano oggi, a quasi 48 ore dalle consultazioni, così ciascuna delle tre mozioni rivendica un successo.
I renziani hanno ottenuto una vittoria significativa in otto dei nove seggi della città (nel collegio era compreso anche l’hinterland), meno roboante in provincia, ma portano all’assemblea nazionale del Pd, otto rappresentanti.
Oggi l’area della Cgil, che con i berrettiani sosteneva il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, analizza: “A Catania la mozione Orlando raccoglie un dignitoso 27,87% e rappresenta un risultato significativo che sentiamo nostro”.
La disamina del voto di domenica scorsa porta comunque gli strascichi di fratture interne che restano evidenti: “Prendiamo atto della vittoria della mozione Renzi che nella nostra provincia etnea ha raccolto il 60,61% (molto al di sotto del risultato ottenuto dalla mozione Renzi a livello nazionale 70,50%) i cui meriti dovranno adesso spartirsi in tanti, almeno in 9 – commentano Angelo Villari, Concetta Raia e Luisa Albanella – dal sindaco Enzo Bianco all’assessore Anthony Barbagallo, dai deputati Valeria Sudano, Luca Sammartino, Pippo Nicotra, Gianfranco Vullo, Giovanni Burtone, Michela Giuffrida e Nicola D’Agostino di Sicilia Futura, senza contare il soccorso arrivato da altri partiti esterni al PD”.
La nota prosegue con gli auguri al neo segretario del Partito Democratico Matteo Renzi “sperando che sappia tenere nel giusto conto, e più di quanto non abbia fatto nel recente passato, le ragioni di un pezzo importante della società, che soffre e rivendica più attenzione”.
Anche l’area crocettiana che ha appoggiato la mozione Emiliano ribadisce in un comunicato: “Renzi perde 10-15 punti percentuali rispetto al resto d’Italia. Noi abbiamo raggiunto da soli l’11%, sono tremila e cento voti in provincia che credo che siano una sorpresa per tanti e la dimostrazione delle loro debolezze interne”.
Esulta anche Giovanni d’Avola, uno dei due esponenti della mozione Emiliano eletti all’assemblea nazionale: “Poco meno di un mese fa gli iscritti al Partito Democratico erano stati chiamati alle urne per esprimere una loro opinione sulle mozioni congressuali, allora Emiliano prese il 2,96% oggi portiamo a casa il risultato del 11,52%”.
Allunga qualche sospetto Giuseppe Caudo, coordinatore della mozione che fa capo al governatore pugliese: “Credo che chiunque sia stato ai seggi ieri abbia chiaro che c’è stata da un parte una grande festa della democrazia e dall’altra qualcuno che ha voluto forzare la mano – continua Caudo –. Noi ci vantiamo del fatto che i nostri voti sono costati due euro, che erano quelli che ho pagato io per votare. Non so se tutti possono dire la stessa cosa”.
“Il risultato è chiaro e sotto gli occhi di tutti”, dice il renziano Luca Sammartino, rimarcando come il dato catanese sia in linea con quello regionale e “nella città di Catania sia più alto della media dell’Isola”.
Il parlamentare regionale smorza sul nascere la polemica e rimarca “l’esigenza di creare un partito unito che possa smorzare le differenze e che sia capace di offrire una speranza di crescita sociale”.