No alla sospensione dai pubblici uffici per Luca Sammartino, l’ormai ex vice presidente leghista della Regione che proprio in virtù di quella sospensione si è dovuto dimettere dall’incarico. La Corte di Cassazione ha annullato il provvedimento di sospensione che era stato emanato dal Tribunale su richiesta della Procura e confermato in appello. Sammartino è coinvolto nell’inchiesta “Pandora” nell’ambito della quale è accusato di corruzione. Una accusa che ha sempre respinto.

Il ricorso

Il ricorso, presentato ad agosto dall’avvocato Carmelo Peluso, contestava la decisione del Tribunale della Libertà che, il 16 luglio, aveva confermato la sospensione di un anno disposta dal GIP.

“La quinta sezione penale della Suprema Corte di Cassazione ha annullato con rinvio al Tribunale del Riesame, così come previsto dalla legge, l’ordinanza cautelare che aveva disposto la mia interdizione dai pubblici uffici. Un sincero ringraziamento all’avvocato Carmelo Peluso che da sempre segue con grande attenzione le mie vicende e al professore Vittorio Manes per l’ulteriore contributo di esperienza e professionalità fornito al mio collegio di difesa. Affronterò con serenità tutte le fasi successive all’odierna decisione ribadendo la mia totale estraneità ai fatti che mi vengono contestati e rinnovo la mia fiducia nei confronti della magistratura”, afferma Luca Sammartino, deputato della Lega all’Assemblea regionale.

Il rinvio ad altra sezione e l’attesa del processo

La Cassazione ha disposto una nuova analisi dei fatti e rinviato il caso a una diversa sezione del Tribunale del Riesame di Catania, che dovrà nuovamente valutare la posizione di Sammartino. L’ex vicepresidente della Regione, nel frattempo è stato rinviato a giudizio e il processo inizierà a marzo.L’inchiesta Pandora vede coinvolti 27 imputati accusati a vario titolo di corruzione, voto di scambio politico-mafioso e concorso esterno in associazione mafiosa. Sammartino, in base alle accuse, deve rispondere di due episodi di corruzione.

Le ombre mafiose sul comune di Tremestieri Etneo

Al centro dell’inchiesta ci sono le ombre mafiose sul comune di Tremestieri Etneo e le elezioni amministrative del 2015, vinte dall’ex sindaco Santi Rando, tuttora detenuto con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso. Stando alle indagini, Rando avrebbe stretto un patto con il clan Santapaola-Ercolano per ottenere sostegno alle elezioni. Tra il Comune e la cosca mafiosa, secondo l’accusa, faceva da tramite Pietro Alfio Cosentino, cognato del boss Vito Romeo, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

L’origine dell’inchiesta e le accuse

L’inchiesta è partita dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, tra cui Salvatore Bonanno e Silvio Corra. Oltre ai reati di stampo mafioso, nella richiesta di rinvio a giudizio compaiono diversi casi di corruzione, ammessi da uno degli imputati durante un interrogatorio.

L’elenco degli imputati

I coinvolti sono: Antonio Battiato, Salvatore Bonanno, Filippo Ceraulo, Giuseppe Coppola, Pietro Alfio Cosentino, Giuseppe Maria Salvatore Crimi, Alberto Crisafulli, Domenico Cucinotta, Antonio Cunsolo, Paolo Di Loreto, Giuseppe Ferlito, Antonio Finocchiaro, Alfio Alessio Giuffrida, Salvatore Guglielmino, Paolo Lo Turco, Giuseppe Monaco, Giovanni Naccarato, Michele Platania, Santi Rando, Vito Romeo, Luca Sammartino, Francesco Santapaola, Filippo Sapienza, Francesco Scrofani, Ferdinando Smecca, Mario Stanganelli, Orazio Torrisi.

Il tribunale del riesame

Il tribunale per il riesame di Catania aveva rigettato l’appello presentato dai legali di Luca Sammartino contro la sua sospensione da incarichi pubblici disposti dal Gip nell’ambito dell’inchiesta Pandora su indagini dei carabinieri. Sammartino,  si è dimesso sia da vice governatore che da assessore regionale all’Agricoltura dopo la notifica del provvedimento.

Il commento di Sammartino

“Un sincero ringraziamento all’avvocato Carmelo Peluso che da sempre segue con grande attenzione le mie vicende e al professore Vittorio Manes per l’ulteriore contributo di esperienza e professionalità fornito al mio collegio di difesa” dice adesso Luca Sammartino.

“Affronterò con serenità tutte le fasi successive all’odierna decisione ribadendo la mia totale estraneità ai fatti che mi vengono contestati e rinnovo la mia fiducia nei confronti della magistratura” conclude il deputato della Lega all’Assemblea regionale siciliana.

Il Commissario della Lega Germanà “Buona notizia”

“Una bella notizia di cui eravamo certi e un primo passo verso la verità: annullata, dalla quinta sezione della Cassazione, l’ordinanza cautelare nei confronti di Luca Sammartino, un provvedimento emesso ‘intempestivamente’ a ridosso della campagna elettorale per le europee. Oggi, quello che abbiamo sempre sostenuto: non andava interdetto. Conosco Luca da tanti anni e sono da sempre certo che saprà dimostrare la propria innocenza ed estraneità a quanto gli viene contestato. Così come sono sicuro continuerà il suo impegno, con la stessa passione e concretamente, per il bene dei cittadini e della Sicilia” scrive in una nota il senatore siciliano e commissario regionale della Lega Nino Germanà.

Geraci, “Sospensione Sammartino era provvedimento abnorme”

“Avevamo la percezione che l’interdizione dai pubblici uffici decisa per il collega deputato Luca Sammartino fosse abnorme rispetto alle note vicende giudiziarie. La Cassazione oggi l’ha annullata con rinvio. A Sammartino, che ha sempre avuto fiducia nella magistratura, rinnoviamo tutta la nostra stima e vicinanza, certi che uscirà bene da questo groviglio giudiziario tornando a svolgere le sua attività politica pienamente nell’interesse della Sicilia”  afferma Salvo Geraci, capogruppo della Lega all’Assemblea regionale siciliana.