Continuano le ricerche di Gaetano Fagone, 52 anni, l’uomo che alla guida della Fiat Punto del padre ha travolto i suoi vicini di casa ferendone sette e uccidendone una, Maria Napoli, 87 anni.
I carabinieri della Compagnia di Palagonia, guidati dal tenente colonnello Felice Pagliara, stanno passando al setaccio le campagne del paese e quelle di Militello in Val di Catania. In azione c’e anche il gruppo speciale dei ‘Cacciatori Sicilia’.
Nel centro storico e alla periferia di Palagonia sono stati istituiti diversi posti di blocco. In serata sono state attivate le celle fotoelettriche per fare luce nelle campagne.
Fagone, dopo avere in più riprese investito i suoi vicini di casa, si è allontanato a bordo dell’auto utilizzata da ariete e l’ha abbandonata in campagna in contrada Tre Fontane. Il suo telefono cellulare risulta irraggiungibile.
Erano da poco passate le 22 quando un’automobile è piombata su una famiglia che si era riunita, davanti all’uscio di casa, uccidendo un’ottuagenaria, Maria Napoli, e ferendo sette persone, nessuna in gravi condizioni, tra queste un bambino di 9 mesi che in quel momento di trovava in un girello e, pochi minuti prima, era in un passeggino che è stato travolto dalla Fiat Punto guidata da un uomo di 52 anni, Gaetano Fagone, tutt’ora ricercato.
E’ accaduto venerdì a Palagonia, nel Catanese, in via Savona, una strada senz’uscita dove gli abitanti del paese sono soliti passare le serate estive davanti alle proprie abitazioni.
L’uomo al volante, che soffrirebbe di problemi psichiatrici, si sarebbe avventato sul gruppo di persone, sedute ai tavoli, per vendicarsi dei frequenti contrasti avuti con i vicini e che in passato avevano portato a denunce.
Ha usato l’auto del padre, che abita di fronte al luogo dell’incidente e a casa del quale aveva cenato insieme alla ex moglie.
Dopo aver travolto le persone, ha fatto retromarcia e ci ha riprovato un paio di volte, prima di fuggire con la Punto del genitore, poi ritrovata dai carabinieri che stanno utilizzando anche elicotteri per la ricerca di Fagone.
A Palagonia, 16 mila abitanti su una collina coltivata ad agrumi, la gente non riesce a credere a quanto è accaduto. In via Savona porte e finestre sono sbarrate; in tutto il paese prevale lo sbigottimento e il dolore.
La ex moglie di Fagone, che prima dell’accaduto era stata accompagnata a casa proprio da lui, in auto, si limita a dire: “Non so niente”.
Via Savona oggi è una strada svuotata; i parenti dei feriti sono in ospedale dai loro cari. Tra i ricoverati c’è una donna di 60 anni che ha la rotula rotta; altri hanno prevalentemente contusioni. Il bimbo di 9 mesi e il fratellino, solo sfiorati dall’auto, restano in osservazione – per lo shock subito – ma sono rimasti incolumi.
Il gesto folle poteva provocare una strage: in quel momento, sul marciapiedi, c’erano più nuclei familiari, in tutto una trentina di persone.
E tentativo di strage è proprio l’ipotesi di reato che il procuratore capo di Caltagirone, Giuseppe Verzare, sta pensando di contestare a Fagone, descritto come un uomo introverso.
Intanto, in sindaco Salvatore Astuti lancia l’allarme e chiede più sicurezza: “Se ripenso a quello che è accaduto ieri sera, neanche l’Isis fa queste cose. Ha colpito le persone una per una fin quando non è caduta l’ultima. In questa città si sono registrati negli ultimi 24 mesi sei episodi di violenza, questo è il settimo, fatti separati ma con un filo conduttore: la perdita di valori”.
Per il parroco della chiesa di San Giuseppe, Renzo Venuti, “ci sono problemi legati a tossicodipendenza, dispersione scolastica. C’è benessere, ma unito a grandi difficoltà. C’è grande paura soprattutto nelle periferie: stiamo tentando di riavvicinare la gente per permettere un riscatto. Ma serve il supporto delle istituzioni, delle forze dell’ordine, altrimenti sarà un processo assai difficile. La violenza è un linguaggio, una reazione”.
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