La Polizia Municipale questa mattina, in via Patanè, a Catania, ha fatto rimuovere quattro automobili abbandonate, nello stesso punto in cui giovedì scorso l’operatore di ripresa Massimo Brucato era stato aggredito da un residente della zona, mentre filmava le autovetture ferme da anni per realizzare un servizio giornalistico per la l’emittente Sestarete.
L’iniziativa, si legge nel comunicato, è una pronta risposta del Comune contro gli inqualificabili atti di violenza, perpetrati a danno di un addetto all’informazione per i cittadini.
Il servizio di rimozione delle automobili e delle motociclette lasciate dai proprietari in evidente stato di abbandono su sede stradale pubblica, è stato riattivato tre settimane fa con il coordinamento della Polizia Locale al comando di Stefano Sorbino e sono già oltre un centinaio i mezzi rimossi.
La convenzione con l’azienda che rimuove i mezzi e li smaltisce, dura tre anni e in tale periodo si prevede di rimuovere circa 3000 veicoli a due e quattro ruote, abbandonati e disseminati per la città.
Gli autoveicoli e le moto tolti dalla pubblica via saranno custoditi per 60 giorni nell’area di stoccaggio della ditta incaricata del prelievo, a disposizione del proprietario e senza l’addebito di alcuna spesa. Trascorso tale periodo i veicoli saranno alienati e demolite, con conseguente cancellazione dal Pubblico Registro Automobilistico.
La Procura di Catania ha disposto la misura cautelare in carcere nei confronti di un 48enne, indagato per “Rapina”, “Furto aggravato” e “Ricettazione”.
Il provvedimento trae origine dalle indagini dei carabinieri che hanno consentito di far luce sulle numerose condotte illecite dell’uomo, che ha consumato dal mese di novembre 2021 al mese di settembre 2022, 25 furti e una rapina ai danni di altrettante strutture ricettive, ristoranti, bar e strutture balneari del territorio catanese.
Cruciale per l’attività investigativa, il monitoraggio dei sistemi di video sorveglianza, attraverso cui è stato possibile ricostruire tutti i movimenti dell’uomo, il quale consumava i suoi furti mediante un unico modus operandi; nello specifico, si è appurato come lo stesso, dopo la chiusura delle attività commerciali, accedesse al loro interno attraverso la manomissione di porte o finestre situate sul retro, arraffando senza un vero criterio, denaro, suppellettili e tutti gli oggetti con un certo valore.