“La risposta è coordinare l’accoglienza come fa la chiesa cattolica e come fanno i musulmani con il concorso della volontà di tutte quelle esperienze virtuose che concorrono al bene comune e allo stato sociale”.
Parole di Salvatore Martinez. Il Presidente di Rinnovamento nello Spirito, il ‘movimento carismatico’ cattolico che al palasport di Acireale, in provincia di Catania, ha visto svolgersi l’affollatissima 41esima convocazione regionale, ha parlato con BlogSicilia del tema più attuale e scottante, e non c’entra di certo il caldo estivo, ovvero quello dei migranti.
“Noi ci chiediamo – ha detto Martinez- se sia il caso di alzare la voce sui poveri e se sia il caso di chiudere, prima che i porti, il cuore dell’uomo”.
“Le nostre comunità, la nostra terra di Sicilia si e’ distinta nella storia, per secoli, per capacità di accoglienza e integrazione. E’ evidente – ha evidenziato il ‘siciliano’ Martinez- che una sfida così grande non può essere vissuta da uno o dai ‘numeri uno’. Una sfida così grande richiede una partecipazione, una corresponsabilità molto più ampia. Bene fa il nostro Paese ad alzare la voce – ha precisato- ma non la si alzi verso i poveri e verso coloro che soffrono ingiustizia”.
“Non la si alzi la voce – ha continuato ancora- verso coloro che in un modo o in un altro sono perseguitati per cause della giustizia. C’è la dignità dell’uomo e davanti a questa ci si mette in ginocchio e ci si mette con grande rispetto a considerare che anche noi potremmo essere come loro, che forse un giorno potremmo diventare come loro e che forse i nostri padri sono stati come loro…”.
Martinez ha quindi commentato che “non tutte le Ong promuovono adeguatamente il bene comune e possono prevalere interessi di parte. Ma non mi sembra, questa, una notizia straordinaria. Avviene nella politica, nell’economia, può avvenire anche nel terzo settore. Si tratta piuttosto – ha rilevato- di puntare su operazioni virtuose, su collaborazioni più strette”.
Martinez, che e’ anche rappresentante personale della Presidenza italiana in esercizio Osce 2018, sui ‘Diritti umani’ con delega alla ‘Lotta al razzismo, xenofobia, intolleranza e discriminazione dei cristiani e di membri di altre religioni’, ha ribadito “su una collaborazione più stretta. Le risorse ci sono – ha aggiunto- ci sono gli uomini e le leggi. Ci vuole più fiducia nella società civile”.
“La mia esperienza mi dice- ha proseguito- che la politica e le religioni da sole non bastano. Neanche la migliore alleanza tra il livello politico e religioso può risolvere un problema epocale come quello che viviamo”.
“Papa Francesco – ha infine osservato Martinez, presidente della Fondazione Vaticana ‘Centro internazionale Famiglia di Nazareth’- andrebbe molto più ascoltato. Papa Francesco è molto amato sul piano dell’immagine, della sua testimonianza personale. E’ molto amato sul tratto che pone ai leader del nostro mondo ma andrebbe ascoltato ancora di più”.
“Così come – ha concluso Martinez- andrebbero assecondati maggiormente tanti progetti umanitari che provengono dalla religione cattolica e dalle religioni monoteiste che ci indicano che è possibile fare accoglienza ed integrazione”.
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