Dopo la notizia di aver contratto sia lei che il marito il covid19, non si da per vinta Nunzia Schilirò, vicequestore di Catania passata alla ribalta in questi giorni come la poliziotta no green pass. Attraverso le sue pagine social non demorde e rilancia ancora le sue idee nel merito del “diritto” della questione. Ma promette anche querele perché sostiene che le sue parole dai media siano state travisate.
La frase “incriminata”
La poliziotta è molto critica: “Comprendo ogni istante di più perché siamo gli ultimi in Europa per la comprensione di un testo scritto – scrive sui social -. Molta gente non capisce neanche quello che dico, figuriamoci quello che scrivo. Mi dispiace per quei poverini che non comprendono neanche la differenza tra ‘esiste un virus pericolosissimo e potentissimo che si chiama paura’ e ‘il solo virus esistente è quello della paura’, perché quest’ultima frase non solo non l’ho mai pronunciata, ma costerà molto caro a chi me l’ha attribuita”. La Schilirò fai poi attacchi più generici : “Agli sciacalli faccio sapere che sarete informati anche se dovesse crescermi un’unghia leggermente inclinata, in modo che possiate costruire qualche altra narrazione distorta. Cos’è che tanto vi spaventa? Che abbia ancora il coraggio di difendere la Costituzione e la libertà di tutti gli italiani? Io amo chi sa ancora essere umano e, ripeto, non avrò pace finché i diritti inviolabili degli esseri umani non saranno rispettati!”.
Il contagio
E’ stata la stessa ex vicequestore a raccontare sempre attraverso le sue pagine facebook di essere risultata positiva al covid19. Sostiene di averne voluto dare notizia personalmente per evitare “strumentalizzazioni”: “Io e mio marito abbiamo ricevuto il risultato del tampone e, come avevamo immaginato dai sintomi, abbiamo preso il Covid. Non sappiamo dove né quando, né chi dei due lo abbia contratto prima, anche se da qualche giorno mio marito non stava bene e, infatti, non era andato a lavorare. Adesso stiamo abbastanza bene e, appena sarò guarita e non pericolosa per la comunità, riprenderò la mia battaglia per vedere rispettate la dichiarazione universale dei diritti umani, le norme europee, la Costituzione e, ancor prima, la libertà di tutti gli italiani”.
L’esperienza della malattia
Poi aggiunge: “Dall’esperienza della mia famiglia ho imparato che le terapie, se la persona colpita da covid è in salute, possono essere un’arma per tramutare una malattia che può essere tragica in una situazione totalmente affrontabile. E questo è confermato anche dai dati e dalla maggior parte delle persone colpite da questo virus. I sintomi sono stati quelli tipici del Covid: febbre alta, mal di testa, stanchezza, tosse, perdita dell’olfatto e dolori alle ossa. Non parlo di medicina perché non sono un medico né uno scienziato, però insisto nel voler parlare di diritto. Io sono una giurista e sono estremamente certa che il diritto non possa essere cancellato per una cura. Dopo la mia esperienza, sono ancora più certa che non si possano superare le regole del diritto per la paura di dover curare le persone. Sarebbe una deriva pericolosa”.
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