- Due settimane di lockdown in Sicilia potrebbero non bastare
- Se contagi non diminuiscono Musumeci chiuderà tutte le scuole
- Governatore pronto a prorogare il lockdown anche a febbraio
“Se fra due settimane i dati non ci dovessero convincere, stabiliremo misure maggiormente restrittive e chiuderò anche le scuole primarie e le prime classi della media. E questo nessuno potrà impedircelo. Allo stato non sono le scuole il focolaio però se il dato non cala tutto quello che sarà necessario sarà fatto”. Lo ha annuncia il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, in conferenza stampa a Catania
E’ immane la foga chiusurista del Presidente Musumeci. Dopo mesi di misure mobide per le quali è finito sul banco degli imputati, anche se concordate con il governo nazionale, il governo della regione torna ad essere chiusurista più di Roma. Una svolta autoritaria che colpisce le attività siciliane e minasccia di colpire ulteriormente la scuola e non solo per le due settimane già deliberate.
“Se la zona rossa non dovesse funzionare la Regione Siciliana attuerà misure ancora più rigorose e prorogherà il provvedimento” ha aggiunto il governatore sottolineando che ‘se le misure non vengono osservate e se nessuno controlla e sanziona non otterremo alcun risultato”.
Un atteggiamento che prelude a chiusure ulteriori quasi certe visto che per ottenere risultati da qualsiasi provvedimento è ormai noto che occorrono minimo due settimane e che gli effetti si iniziano a vedere dopo 14/15 giorni. E’ dunque ipotizzabile che i contagi non calino domani o la prossima settimana.
“C’è una minoranza di siciliani – ha aggiunto – che per incoscienza o per altro non rispetta le regole causando grandi
sacrifici sociali ed economici a tutti gli altri”.
Il presidente Musumeci, sulle polemiche per la zona rossa in Sicilia, si è poi difeso parlando dell’Isola come di ‘una terra Pirandelliana dove “c’è chi la vuole cotta e c’è chi la vuole cruda, c’è sempre qualcuno che si lamenta, ma noi tiriamo dritto per tutelare salute e vite”.
Il governatore ha ricordato che “la Sicilia è la prima regione italiana per numero di vaccinazioni’ e che le decisioni
sulla zona rossa sono state adottate dopo un attento esame con gli assessori Razza e Lagalla dei parametri del contagio”.
“La possibilità di adottare misure per ridurre l’impennata dei contagi, che ha seriamente preoccupato il governo e il sistema sanitario regionale – ha osservato – è una decisione sofferta e a lungo meditata. Non è una scelta dettata da spinte emotive”.
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