I Carabinieri della Stazione di Aci Castello, su delega della Procura della Repubblica per i Minorenni di Catania, hanno eseguito un provvedimento cautelare nei confronti di un giovane di 17 anni del posto.
È una vicenda che ha segnato due genitori nel cuore, ancor prima che nel corpo, lui di 50 anni libero professionista, lei di 53 casalinga.
Le inquietudini giovanili, si sa, sono sintomatiche dell’evoluzione in età adolescenziale ma, quando esse sono traviate dall’uso di sostanze stupefacenti e magari da qualche “amicizia sbagliata”, mutano radicalmente il normale rapporto tra genitori e figli.
La vicenda ha raggiunto il suo apice nello scorso mese di aprile quando i genitori, poiché il figlio li aveva pesantemente ingiuriati barricandosi in casa con la sorellina dodicenne, sono stati costretti ancora una volta a richiedere l’intervento dei carabinieri.
In quell’occasione i militari avevano chiesto l’ausilio dei vigili del fuoco per l’abbattimento della porta ma, poco dopo, la bambina era uscita da casa tremolante e piangente per l’accaduto consentendo così il loro ingresso.
Il ragazzo, alla loro vista ha dimostrato il più totale disprezzo per la divisa, insultandoli ed evidenziando la loro impossibilità ad agire poiché convinto che la sua minore età equivalesse all’immunità, quindi cercando di aggredire fisicamente il padre davanti agli stessi militari i quali, dopo aver aspettato il tempo necessario a far ritornare la calma sono andati via non prima, però, d’invitare i genitori a presentare denuncia nei confronti del figlio.
Ma la tregua ha avuto breve vita infatti, poco dopo, sono dovuti ritornare in quell’abitazione perché il ragazzo aveva ricominciato con il suo atteggiamento, giungendovi proprio mentre quest’ultimo stava allontanandosi ricoprendoli nuovamente di epiteti oltraggiosi e, nel tafferuglio creatosi, dando anche una spallata al padre in tono di sfida.
Nella purtroppo triste denuncia poi formulata dai genitori è emerso che il figlio, a causa di una sviluppata dipendenza dalla marijuana, li aveva più volte percossi e che, solo per evitare più gravi conseguenze, avevano omesso di recarsi in ospedale.
Il continuo linguaggio volutamente scurrile utilizzato in famiglia in presenza della sorellina, le continue richieste di denaro per soddisfare l’acquisto della droga, le botte e, in particolare, lo stato d’insicurezza che ormai il nucleo familiare era costretto a vivere in casa per i danneggiamenti volutamente causati, hanno infine determinato la consapevolezza nei genitori di dover interrompere le manifestazioni violente del figlio dandogli, forse, la possibilità di dare una svolta alla propria vita.
I militari hanno pertanto collocato il minore in un’apposita struttura della provincia di Catania con l’ammonimento del giudice che, in caso di violazione delle prescrizioni impostegli, sarà disposto l’aggravamento con l’applicazione della custodia in un istituto penitenziario minorile.
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