Un anno di reclusione ciascuno per i cantanti neomelodici Vincenzo ‘Niko’ Pandetta, nipote del boss Salvatore Cappello, e Filippo Zuccaro, in arte Andrea Zeta, figlio del boss ergastolano Maurizio, per diffamazione e minacce a due giornaliste della testata online MeridioNews. È la richiesta di condanna avanzata dalla pm Valeria Verga alla quarta sezione penale del Tribunale di Catania, in composizione monocratica, a conclusione della sua requisitoria.
Alla richiesta si sono associati gli avvocati Sergio Ziccone e Goffredo D’Antona in rappresentanza delle parti civili costituite, le giornaliste Luisa Santangelo e Claudia Maria Campese. Al centro dell’inchiesta della Procura etnea, diretta dal sostituto procuratore della Dda Rocco Liguori, la reazione dei due ad un articolo giornalistico pubblicato sul sito nel gennaio del 2018 su cantanti neomelodici e sui rapporti di parentela di alcuni di loro con pregiudicati per reati di stampo mafioso.
Secondo l’accusa, Pandetta e Zuccaro, difesi rispettivamente dagli avvocati Mary Chiaromonte e Salvo Centorbi, avrebbero insultato pesantemente le due giornaliste sui social network, minacciando di fare passare loro dei “guai pesanti”. Il processo è stato aggiornato al prossimo 22 febbraio con le arringhe dei difensori.
Lo scorso mese di agosto è esploso a Catania il caso della campagna pubblicitaria del nuovo disco del noto cantante neomelodico. Attualmente recluso, Pandetta ha lanciato il suo ultimo album e nel capoluogo etneo sono spuntati manifesti enormi. In primo piano il viso di Pandetta con accanto il titolo del nuovo album, “Cella 5”. Il caso sollevò un vespaio di polemiche e il Comune ha fatto rimuovere i manifesti. Ad intervenire il vicepresidente della commissione Antimafia all’Ars, Ismaele La Vardera, che si era detto indignato per quanto sta accadendo. E chiede verifiche anche sulla concessionaria pubblicitaria che ha affisso i manifesti.