Ha manomesso il braccialetto elettronico per tentare di avvicinarsi all’ex compagna che lo aveva denunciato per stalking. L’uomo, un catanese di 41 anni, destinatario di un provvedimento di divieto di avvicinamento all’ex, è stato bloccato in tempo, grazie all’immediato intervento degli agenti della questura.

A registrare l’allarme per l’avvenuta manomissione del braccialetto antistalking è stato un agente della Sala operativa della polizia che ha subito chiesto l’intervento degli agenti dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura.

Doppio intervento degli agenti

In particolare, gli agenti hanno eseguito un doppio intervento, con una volante che, in pochi istanti, ha raggiunto l’abitazione della donna, a sua protezione, mentre un’altra volante è intervenuta dove il dispositivo ha localizzato il 41enne, trovato all’interno della sua auto. L’uomo ha ammesso agli agenti di aver staccato l’apparecchio in un momento di rabbia per cercare di eludere i controlli e, per questo motivo, è stato denunciato per danneggiamento.

L’intervento tempestivo della squadra volanti ha permesso di evitare l’avvicinamento dell’uomo all’ex compagna che, perseguitata da diverso tempo dallo stalker, si era rivolta agli uffici della questura, specializzati per l’accoglienza di vittime di maltrattamenti in famiglia e stalking.

A riguardo, nei confronti dell’uomo l’autorità giudiziaria aveva disposto il divieto di avvicinamento con l’applicazione del braccialetto elettronico, lo strumento che, in caso di manomissione, consente alla polizia di intervenire immediatamente a tutela della vittima con la volante più vicina.

Era l’incubo della ex compagna, per lui braccialetto elettronico

Pochi giorni fa a Ragusa, la polizia ha notificato la misura del divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico a un 41enne originario del capoluogo ibleo accusato di stalking nei confronti della ex compagna. La vittima, esausta e impaurita, prima si è prima rivolta al personale di un centro antiviolenza raccontando che l’uomo la pedinava e controllava i suoi spostamenti e i suoi contatti, poi è andata alla polizia. Nella denuncia ha riferito che durante la loro relazione l’indagato pretendeva che uscisse solo con lui nel tempo libero e, quando rimaneva a casa da sola con i figli, la obbligava a rispondere ai suoi continui messaggi.

La violenza, soltanto di natura psicologica, era divenuta più incisiva nel corso degli ultimi mesi della convivenza: il 41enne accompagnava ovunque la donna e aveva comportamenti ossessivi tanto che la vittima aveva disinstallato WhatsApp per impedirgli di controllare gli accessi. Dopo la separazione, sono iniziati i pedinamenti e la vittima ha scelto di denunciare.