“Gli assembramenti … di necessità che si verificano giornalmente dinanzi agli Uffici postali, in città e provincia, hanno una sola causa: l’inspiegabile e miope politica aziendale basata su tagli al personale e mancato turn-over fra gli operatori di sportello, contestate chiusure di agenzie e indifferenza alle richieste di nuove aperture che arrivano dal territorio”. Lo affermano i segretari generali Uil e UilPoste Catania, Enza Meli ed Eugenio Cambria, che ricordano “i ripetuti episodi di tensione, non ultimo la rissa all’Ufficio cittadino nel rione Zia Lisa, e l’assenza di risposte concrete agli appelli di sindaci come quello di Bronte, dov’è inaccettabile che una popolazione di oltre 19 mila abitanti venga servita da un solo Ufficio”.
Enza Meli ed Eugenio Cambria aggiungono: “Lavoratrici e lavoratori delle Poste, così come i cittadini, sono esposti a evidenti rischi per le code prolungate, snervanti, inutilmente faticose. Poste Italiane è ben consapevole di questi disservizi e del rischio di incidenti, disordini, risse. Su sollecitazione delle organizzazioni sindacali di categoria, infatti, l’azienda ha previsto la presenza di guardie giurate all’esterno delle sedi ma questo non si verifica con la necessaria continuità. L’episodio a Zia Lisa rappresenta solo una prova, tra le tante, mentre i lavoratori delle Poste possono solo confidare nel rispetto del regolamento sugli ingressi e nel buonsenso della clientela”.
Già lo scorso mese di ottobre i sindacati erano intervenuti sulla difficile situazione degli uffici postali siciliani, dove era stato soppresso, per un periodo, il servizio di vigilanza.
La denuncia era arrivata da Slp Cisl Sicilia, Failp Sicilia e Confsal Sicilia che da tempo chiedono interventi risolutivi e che sottolineano come i tagli al personale con la conseguente presenza di meno operatori allo sportello, insieme alle misure anticontagio da Covid, determinino lunghe code negli uffici dove sale la tensione tra utenti e lavoratori.
Una situazione per la quale, sinora, non sarebbero state intraprese, secondo i sindacati, azioni risolutive.
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