Sentiva già odore di Ars Ascenzio Maesano, il sindaco di Aci Catena arrestato dalla Dia per corruzione. Lo scorso fine settimana era stato a lungo presente in un hotel della Plaia accanto ai big nazionali alla convention di Forza Italia, partito nel quale ha militato per almeno metà della sua vita politica.
Ritornare a palazzo dei Normanni era diventato il suo pallino dopo una parentesi di appena un mese da supplente in sostituzione di deputato arrestato: era il 2008. Eppure di voti in quella tornata elettorale regionale ne aveva presi un ben gruzzolo 8.835. Quella sconfitta bruciò molto a Maesano tanto che adesso in vista delle regionali dell’anno prossimo si stava preparando.
Un’ascesa bloccata sul nascere dalla Dia di Catania guidata da Renato Panvino. L’inchiesta che lo riguarda e per la quale la procura di Catania ha firmato in fretta e furia il decreto di fermo che ha portato in carcere anche il consigliere comunale Orazio Barbagallo e l’imprenditore Giovanni Cerami è una costola di un’indagine che al momento viene mantenuta “top secret”. Si sa per certo però che sarebbe un coacervo in cui c’è la mafia, la politica e l’imprenditoria.
E non si esclude che quella microspia che rivela ai magistrati la storia della tangente da 15 mila euro pagata da Cerami e divisa fifty-fifty dal sindaco di Aci Catena e dall’ ex ragioniere comunale Barbagallo, sia stata piazzata nell’auto di Maesano perché coinvolto nel troncone principale dell’indagine.
D’altronde da tempo il faro della Procura si era acceso da su di lui, Maesano, politico di lungo corso che siede nel consiglio comunale di Aci Catena dal 1990, ad eccezione del periodo 2008-2012 quando fa l’assessore provinciale.
Per via delle dichiarazioni del pentito Gaetano D’Aquino che aveva raccontato che il clan Cappello lo avrebbe appoggiato nel 2008 nella sua candidatura alle Regionali, lui però ha sempre negato e annunciato querela per calunnia. In passato è anche stato a processo, e assolto, con altri imputati, compreso Vittorio Cecchi Gori, dall’accusa di corruzione elettorale per la candidatura alle Politiche del 2001 del produttore cinematografico nel collegio di Acireale.
Recentemente aveva fatto anche cose buone, Maesano, al comune di Aci Catena realizzando lo ‘Sportello legalità e sviluppo economico’ e ‘L’ora della legalità’ nelle scuole medie, perché, spiegava, “è l’unica strada per la crescita dei territori”.
GLI INVESTIGATORI: L’INCHIESTA VA AVANTI
Nel frattempo offriva agli investigatori che lo pedinavano l’altra faccia della medaglia: andava in campagna, spegneva il telefonino per paura di essere intercettato e con Orazio Barbagallo suo amico di sempre si spartiva 15 mila euro, fifty-fifty. Per riporli, come accadeva decenni fa, in uno scatolo delle scarpe.
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