Il quartiere di Librino a Catania torna sotto la lente d’ingrandimento delle forze dell’ordine con perquisizioni a tappeto in abitazioni e negozi. L’attività è murata al contrasto all’illegalità diffusa, in particolare alla microcriminalità. Focus su furti di energia elettrica e sulle violazioni al codice della strada.
Le operazioni
Le operazioni sono a cura dei carabinieri della compagnia di Catania Fontanarossa, impegnati costantemente nello svolgimento di servizi di controllo del territorio a largo raggio della città. Oggi hanno concentrato le loro attività di contrasto all’illegalità diffusa sul quartiere di “Librino”. In attività ci sono i militari dell’Arma, supportati dai colleghi del 12° Reggimento “Sicilia” insieme ai colleghi del nucleo ispettorato del lavoro di Catania, a personale dell’annona della polizia municipale di Catania, nonché di personale dell’E-Distribuzione.
Le verifiche
Si sta procedendo a verifiche preventive in diversi esercizi commerciali e controlli in alcune abitazioni per riscontrare eventuali manomissioni di contatori con allacci abusivi diretti alla rete elettrica pubblica. Sono anche in corso di svolgimento controlli alla circolazione stradale mirati alla verifica del rispetto delle norme del codice della strada.
Il clamoroso caso del Reddito di cittadinanza
Periodicamente Librino viene messo a ferro e fuoco con questi controlli a vasto raggio considerato il difficile contesto in cui versa il quartiere, tra degrado profondo a livello economico e sociale che ha come inevitabile conseguenza anche una diffusa propensione alla criminalità. Clamoroso quanto emerso nell’aprile scorso nel corso di una di queste verifiche: quasi 400 i residenti del quartiere catanese che percepivano il Reddito di cittadinanza fin dal 2020 senza averne diritto. I carabinieri del comando provinciale di Catania, con la collaborazione dell’Inps, hanno denunciato 389 persone percettori del sussidio. Tra loro anche 191 con precedenti penali, alcune anche per reati di mafia. Tra le irregolarità maggiormente riscontrate l’avere dichiarato falsamente di essere l’unico componente del nucleo familiare, in modo da potere percepire il reddito nonostante la convivenza con un familiare lavoratore oppure consentire ad altri componenti della famiglia di avanzare richiesta all’Inps per lo stesso sussidio statale.
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