“Le vicende giudiziarie che hanno coinvolto alcune imprese ed alcuni tecnici del Consorzio Autostrade Siciliane (CAS), confermano le preoccupazioni e le inadempienze riguardanti la gestione delle arterie viarie di sua competenza, come già nei mesi scorsi Unità Siciliana-Le Api aveva denunciato- dichiara Salvo Fleres, che di Unità Siciliana è portavoce – Stiamo procedendo ad inoltrare alla Procura della Repubblica competente una nota con le osservazioni a suo tempo formulate e per le quali il CAS non si è mai preoccupato di rispondere. Mi auguro che lo farà ai magistrati”.
“L’autostrada Catania-Messina – prosegue Fleres – in realtà non è un’autostrada, in quanto non dispone lungo tutto il percorso di corsia di emergenza, con grave pregiudizio per gli automobilisti e per i mezzi di soccorso. Di conseguenza, nell’esposto chiediamo l’abbattimento del pedaggio in attesa che la sede stradale venga a messa a norma”.
“Purtroppo – conclude Fleres- le autostrade siciliane, sia quelle gestite dall’ANAS, sia quelle gestite dal CAS, sono accomunate da alcuni elementi: la lentezza nei lavori, l’inadeguatezza degli apparati di sicurezza, una scarsa manutenzione, la loro incompletezza funzionale. Senza strade, senza ponte e senza ferrovie, per la Sicilia non può esserci futuro. Con i partiti nazionali bisogna parlare di questo non certo di seggi o di sottogoverni, come stanno facendo alcuni ascari”.
Proprio ieri è scoppiato un nuovo scandalo per gli appalti stradali siciliani riguardante il Cas. Corruzione, falsità ideologiche, turbativa d’asta, truffe: sono i reati contestati dalla Procura di Messina, diretta dal Procuratore Maurizio De Lucia, nei confronti di tre persone coinvolte in una indagine della Dia peloritana su illeciti nell’aggiudicazione di appalti per opere relative alla sicurezza della rete viaria gestita dal Consorzio per le Autostrade Siciliane. L’inchiesta, denominata Fuori dal Tunnel, ha portato alla notifica di tre misure cautelari nei confronti di due funzionari dell’ente e di un imprenditore milanese. Ai domiciliari è finito l’ingegnere Angelo Puccia, 60enne funzionario del Consorzio Autostrade Siciliane, attualmente anche consigliere comunale di Castelbuono (PA). La sospensione dai pubblici uffici è stata notificata all’ingegnere Alfonso Edoardo Schepisi, 68enne, anche lui funzionario del Cas, mentre all’imprenditore milanese Fabrizio Notari, 62enne, rappresentante legale della Notari Luigi S.p.A., è stato notificato il divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione.
I tre sono accusati – a vario titolo – di corruzione, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico, turbativa d’asta, tentata truffa aggravata in concorso, induzione indebita a dare o promettere utilità. Nell’inchiesta sono coinvolti anche altri 5 imprenditori. A finire sotto la lente di ingrandimento dei magistrati e degli investigatori sono stati alcuni appalti per i lavori effettuati negli ultimi anni lungo il tratto autostradale di competenza del CAS (A/20 Messina-Palermo e A/18 Messina-Catania), asse viario, che, come ha fatto rilevare il gip nell’ordinanza cautelare, è “già drammaticamente e notoriamente afflitto da gravi carenze strutturali” e lungo il quale frequenti sono stati gli incidenti, anche mortali. Emblematico il caso degli appalti per i “lavori di messa in sicurezza” delle gallerie “Tindari” e “Capo d’Orlando”, lungo la A20 Messina-Palermo. Si tratta di lavori – dall’importo complessivo a base d’asta, di circa 25 milioni di euro – aggiudicati nell’anno 2015 all’ATI Luigi Notari S.p.a. – Costruzioni Bruno Teodoro S.p.a, ditta in cui lavoravano familiari e persone vicine ai due funzionari indagati. Per gli inquirenti le assunzioni sarebbero state funzionali all’aggiudicazione dell’appalto.
Dall’inchiesta è emerso che, per quanto l’offerta dell’ATI Notari – Bruno fosse stata considerata dalla commissione di gara “anormalmente bassa”, Puccia, sulla base di una relazione presentata da Schepisi, attestò che “l’offerta presentata dall’ATI Notari-Bruno” fosse “attendibile ed affidabile” e che “le giustificazioni documentate” fossero “sufficienti ad escludere l’incongruità dell’offerta”. Gravi irregolarità sono emerse anche con riguardo alla realizzazione di un importante sistema di sicurezza delle gallerie, ritenuto dalla legge indispensabile per garantire l’incolumità degli utenti. Schepisi, con l’avallo di Puccia, avrebbe preparato la documentazione finalizzata a percepire indebitamente gli incentivi previsti dal Consorzio per i progettisti.
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