Una panineria e una pizzeria chiusi perché pieni zeppi di lavoratori in nero, in un bar invece multe salate. In totale quasi 50 mila euro di sanzioni mentre la titolare di un’attività è stata anche denunciata alla Procura. E’ questo il bilancio nel Catanese di una specifica attività dei carabinieri affiancati dai colleghi ispettori del lavoro.
I carabinieri hanno accertato che una panineria nel centro di Valverde faceva lavorare “in nero” tre camerieri. Inoltre, i lavoratori assunti regolarmente non erano stati sottoposti alla prevista visita medica. Il titolare della panineria è stato sanzionato per 24 mila euro circa e l’attività è stata sospesa, in attesa della regolarizzazione da parte del titolare, di tutte le irregolarità.
In un bar dello stesso paese, invece, i militari hanno proceduto a comminare alla titolare una sanzione di 2 mila euro per “infedele registrazione del libro unico del lavoro”. Si procederà al recupero di 7 mila euro di contributi pensionistici e assicurativi Inps e Inail. Gli adempimenti di natura formale nella gestione dei rapporti di lavoro prevedono, infatti, che il datore di lavoro privato debba istituire e tenere il libro unico del lavoro. Quid sono iscritti tutti i lavoratori subordinati, i collaboratori coordinati e continuativi e gli associati in partecipazione con apporto lavorativo. Per ciascun lavoratore devono essere indicati i dati anagrafici e anche la qualifica e il livello, la retribuzione base, l’anzianità di servizio. Ma anche le relative posizioni assicurative. Queste, insieme ad altre formalità, devono essere rispettate dai datori di lavori per non incorrere in sanzioni come quelle cui è stata sottoposta la titolare del bar controllato a Valverde.
A Mascalucia, invece, in una pizzeria, su 8 lavoratori presenti, 5 non erano mai stati assunti. Quelli regolarmente assunti, inoltre, non erano stati sottoposti alla prevista visita medica di sorveglianza sanitaria. Inoltre tutti venivano videoregistrati con apposite telecamere per le quali, però, non era mai stata richiesta l’autorizzazione. Alla titolare dell’attività, denunciata, è stata inoltre elevata una sanzione di quasi 20mila euro e l’attività è stata sospesa.