Francesco Marano, delfino di Enzo Bianco verso la vicesegreteria regionale del Pd. L’operazione, che servirebbe anche a gettare acqua sul fuoco specie dopo la pubblicazione delle liste renziane per le primarie in cui non trovano spazio gli uomini del sindaco di Catania, sembra essere ad un passo, mancherebbe il crisma dell’ufficialità, anche se il nodo non è così semplice da sciogliere.
Sulla vicenda pesa anche il pressing che arriva dal Nazzareno, ma la nomina spetta al segretario regionale dem, Fausto Raciti, che oggi si limita a sottolineare che “c’è una discussione in corso ma il processo non è stato ancora completato”, ricordando poi che “questo momento siamo tutti concentrati sulle primarie” del 30 aprile che porteranno all’elezione del nuovo segretario nazionale.
La vicesegreteria regionale è sede vacante da tre anni, cioè dal giorno dopo l’elezione dello stesso Fausto Raciti al vertice siciliano del Pd. C’è chi ricorda che quella posizione spetterebbe all’ala che fa capo ai renziani (gli accordi del tempo prevedevano questo) di cui fa parte anche il gruppo vicino ad Enzo Bianco, ma da allora il mondo ed il partito sono cambiati più volte, così quel ruolo potrebbe servire a far trovare una pace interna che sembra perduta da tempo.
Va detto, poi, che fra circa sei mesi dovranno essere ricomposte tutte le segreterie locali e provinciali e in quello stesso periodo il Pd, come del resto tutti i partiti, saranno impegnati nella più importante delle battaglie elettorali: le Regionali.
Insomma l’operazione, per quanto tutta interna, si incastra in un puzzle piuttosto complesso dove ogni mossa, per ottenere la figura definitiva, deve essere accompagnata dalla posa di una tessera che coincida con un’altra. E’ la politica.