Una sentenza che accontenta tutti quella pronunciata dalla terza Corte d’appello di Catania che se da un lato assolve l’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, dalla pesante accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, dall’altro lo condanna a due anni per voto di scambio aggravato.
In sintesi la Corte, riformando quanto deciso in primo grado, ha ritenuto non sussistere il concorso esterno all’associazione mafiosa, ma il voto di scambio aggravato dall’avere favorito la mafia, ma senza l’uso di violenza, omertà o assoggettamento.
Lombardo ieri non era in aula, ma poche ore dopo la lettura del dispositivo ha commentato la sentenza: “Per me è finto un incubo non ho mai avuto niente a che fare con la mafia e la sentenza di assoluzione dal concorso esterno, perché il fatto non sussiste, lo conferma. Leggeremo le motivazioni della sentenza e sono sicuro che riuscirò a dimostrare la mia innocenza anche per il reato elettorale”.
A stretto giro di posta parla anche il procuratore Carmelo Zuccaro per il quale si tratta di “una buona sentenza: adesso aspettiamo le motivazioni per una valutazione più approfondita”.
Secondo il capo della procura di Catania “è un fatto di notevole gravità che un candidato a presidente della Regione Siciliana abbia avuto i voti da Cosa nostra, e che questo abbia giovato a Cosa nostra”.
Va detto che i legali di Raffaele Lombardo hanno precisato a più riprese che “è fondamentale la formula – spiega Alessandro Benedetti – : assolto perché il fatto non sussiste, che è la forma assolutoria più ampia possibile. Cioè Lombardo non ha nulla a che vedere con la mafia”. L’avvocato Salvo Pace riflette: è un risultato “tecnicamente importantissimo” anche se il legale specifica: “Rimane la seconda accusa per cui era stato assolto in primo grado adesso bisognerà leggere la sentenza e aspettare se l’aggravante è stata esclusa del tutto o soltanto la parte relativa all’utilizzo del metodo mafioso”.
La Corte ha disposto “la sospensione condizionale dell’esecuzione della pena” e la “revoca della libertà vigilata”. Ha dichiarato “la sospensione dai pubblici uffici per la durata di due anni” e “sospeso dal voto e dall’eleggibilità per sette anni”. Le motivazioni della sentenza saranno depositate “entro 90 giorni”.
Quando nel 2010 l’inchiesta Iblis dei carabinieri del Ros viene a galla, Lombardo è un politico in ascesa, da possibile ministro del governo Berlusconi passa alla guida della Regione e con il suo Mpa è corteggiato dal centrodestra, col quale vince le elezioni nel 2008, e dal centrosinistra, col quale fa un accordo e vara una giunta ‘tecnica’ appoggiata dal Pd ricevendo l’accusa di ‘ribaltonista’ dai suoi ex alleati.
Forte di consensi popolari, che per i suoi detrattori sono frutto di ‘clientele’, Lombardo ottiene voti in crescendo. Per la Procura di Catania in parte arrivano anche da Cosa nostra.
Nata da uno stralcio dell’indagine Iblis dei carabinieri del Ros di Catania su presunti rapporti tra Cosa nostra, politica e imprenditori, l’inchiesta era sfociata in un processo per reato elettorale davanti al giudice monocratico per Raffaele Lombardo e suo fratello Angelo, deputato nazionale del Mpa, quest’ultimo ieri presente in aula.
La Procura ha poi presentato una richiesta di archiviazione per concorso esterno all’associazione mafiosa che il Gip Luigi Barone, in camera di consiglio, ha rigettato disponendo l’imputazione coatta. Nel frattempo i Pm hanno contestato l’aggravante mafiosa per il reato elettorale, atto che ha di fatto concluso il processo davanti al giudice monocratico.
Così le accuse dei due fascicoli sono confluite in un unico procedimento davanti al Gup Marina Rizza, con Raffaele Lombardo che ha scelto il rito abbreviato e il fratello Angelo quello ordinario, ancora in corso. In primo grado l’ex presidente della Regione venne condanno a sei anni e otto mesi per concorso esterno, reato per il quale ieri è stato invece assolto.
L’EX GOVERNATORE ASSOLTO DA CONCORSO ESTERNO, C’E’ CONDANNA PER VOTO SCAMBIO
PARLA LOMBARDO: ‘FINE DI UN INCUBO‘
IL PROCURATORE: ‘BUONA SENTENZA SU FATTI GRAVI’
I LEGALI DI LOMBARDO: ‘ASSOLTO PERCHE’ IL FATTO NON SUSSISTE, COSì CADE LA MAFIA’
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