E’ un Ignazio La Russa scatenato, quello che è intervenuto a Catania per la Festa Tricolore. Il presidente del Senato ha risposto alle critiche di Confindustria sulla Manovra: ” Ricordo che non ci sia stata una sola manovra che Confindustria non abbia criticato. E meno male, aggiungo io, perché siamo stati criticati sia dal capo di Confindustria che dal capo dei sindacati e questo vuol dire che siamo nel giusto. Non siamo al servizio di nessuno – ha aggiunto – se non del popolo italiano e questo vuol dire equilibrio. È passato un mese e due terzi dei soldi della manovra dovevano andare a contrastare il problema energetico, quindi abbiamo dovuto rinviare altre cose”.
La Russa e il Ponte di Messina: “Se restiamo in carica 5 anni…”
Festa Tricolore? Tradizione e normalità
“Violante veniva alle feste tricolore, Schifani addirittura faceva i pranzi, Fini Casini e Bertinotti erano capi di partito. Io so benissimo quali sono gli obblighi e i doveri di un presidente del Senato, molto più di qualcuno del passato, per cui so quando una cosa si può fare e quando no. Che il presidente del Senato risponda ad inviti come questo è nella tradizione e nella normalità. Il resto è pura strumentalità”, ha risposto La Russa alle critiche sull’opportunità.
Salvini un leader locale
“Renzi era un parvenu della Sinistra, non c’entrava nulla con la Sinistra, come Salvini non c’entrava niente con un progetto italiano perché il suo era un progetto localistico – ha detto ancora La Russa -. Noi, a differenza loro, abbiamo punti di riferimenti precisi. Siamo un partito al quale teniamo molto e abbiamo una leader che è figlia delle nostre idee. Se Renzi va a comandare il partito ex comunista e Salvini va a formare un partito nazionale che fischiava l’inno nazionale, noi abbiamo una leader figlia delle nostre idee e sono idee chiare, uno zoccolo duro fatto di cuore che non morirà”.
La Juventus? Momento peggiore per il calcio italiano
La Russa, interista sfegatato, ha poi parlato anche della situazione della Juventus. “Può darsi che questo sia il momento peggiore per la Juventus, ma anche per il calcio italiano. Credo che nel calcio il problema generalizzato è quello della crescita esponenziale dei costi delle società, dei costi di gestione, di quanto si pagano i calciatori e quindi delle necessità che hanno le società di rincorrere, mi auguro in maniera sempre corretta, ma pare in questo caso che l’ipotesi accusatoria dica che non fosse così corretta”.
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