Sanguina la mafia catanese, perché colpita ripetutamente in maniera sistematica dalle forze dell’ordine guidate dalla procura distrettuale.
E’ un momento storico particolare per la criminalità organizzata etnea dopo i durissimi colpi assestati dallo Stato, dalla cattura del narcotrafficante più pericoloso, quell’Andrea Nizza figlio minore di una famiglia letteralmente vocata al traffico di stupefacenti tanto da avere trasformato il quartiere immaginato da kenzo Tange come il quartiere satellite di Catania con i palazzoni colorati e diventato invece un ghetto con il più grande suk della droga della Sicilia in mano ai Nizza.
E poi l’altro duro colpo contro il clan Cappello, il gruppo mafioso che per trent’anni si è contrapposto alla famiglia catanese di Cosa nostra, guidato da quel Turi Cappello che dopo essersi sbarazzato in gioventù del suo mentore il capomafia Turi Pillera ‘cachiti’, ha dettato legge anche dopo la condanna all’ergastolo per una serie di omicidi che hanno insanguinato le strade di Catania durante gli anni novanta durante le guerre di mafia.
Un boss sempre in auge tanto da essere non solo riverite e ascoltato, ma in grado di intascare ben 10 mila euro al mese dall’attività criminale dei suoi uomini che lui comandava a dovere tramite la longa manus della sua convivente, la napoletana Rosaria Campagna.
E allora sorge spontanea una domanda che abbiamo rivolto al procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, fresco di nomina, ma da anni scrupoloso e attento magistrato.
“Siano molto soddisfatti – ha spiegato per il lavoro svoto dalle forze dell’ordine e della magistratura. Abbiamo assestato dei colpi dimostrando che lo Stato è in grado di reagire dinanzi all’attacco della mafia. Sarebbe però un grave errore ritenere che nonostante queste bellissime e validissime operazioni, la mafia abbia cessato il suo potere di infiltrazione nel tessuto economico, sociale e amministrativo. Questo sarebbe un pessimo errore queste infiltrazioni ci sono ancora e la parola d’ordine è che non bisogna abbassare la guardia”.
Il fenomeno mafioso a Catania da anni viene monitorato dalla commissione nazionale antimafia che in più occasioni si è occupata anche di infiltrazioni nel tessuto sociale ed economico della città.
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