Un’organizzazione quasi perfetta. Nel primissimo pomeriggio, intorno alle 16, il quartiere del centro storico di San Cristoforo nei pressi di via Barcellona, esattamente in via Retta di Levante e quello di Zia Lisa si trasformava nel grande suk della droga, un supermercato vero e proprio con strade delimitate al traffico, pusher in campo sotto l’occhio attento delle vedette e con la supervisione dei trafficanti.
L’istantanea della polizia è datata nel tempo perché scattata tra l’ottobre del 2011 e giugno 2012, ma abbastanza attuale visto che gli agenti sul campo hanno potuto vedere all’opera il traffico e lo smercio della droga, sotto l’egida dei Carateddi, il clan cappello-Bonaccorsi nel caso specifico in nome e per conto di Santo Strano.
Sono nove le persone finite in manette nel blitz scattato all’alba denominato “Family” proprio perché ha trascinato in carcere un’intera famiglia quella dei Cambria, padre Adrea e i figli Mario e Sebastiano e dal cognato Orazio Conte.
I Cambria operavano indistintamente a San Cristoforo e a Zia Lisa e si rifornivano di droga, soprattutto cocaina, nel mercato calabrese grazie a dei rapporti di ferro con le ‘ndrine della piana di Gioia Tauro.
E utilizzavano messaggi criptici per definire la compravendita della cocaina come “arancini”, “armani”, “giubbotti” e “cartocciate”.
Nel corso del tempo due sequestri notevoli di droga – in tutto quasi diciassette chili – hanno permesso alla polizia di immaginare un giro di stupefacente che si aggirava intorno ai dieci chili ogni quindici giorni. Droga che finiva nei suk dei due quartieri catanesi, ma anche in mano ad altre organizzazioni criminali che utilizzavano l’acquisto all’ingrosso.
Nel blitz sono stati sequestrati 40 mila euro in contante, il prezzo di un chilo di coca acquistata all’ingrosso e venduta il quadruplo al minuto.