Un’errata destinazione, Salerno piuttosto che Palermo e un’indagine internazionale ha permesso alla guardia di finanza di Catania di sequestrare ‘banane’ davvero stupefacenti provenienti dall’Equador. Dentro un container giunto nel porto della città campana, un carico di 110 chili di cocaina purissima destinata alla piazza di Palermo.
Ha due risvolti per nulla secondari l’operazione ordinata dalla dda di Catania. La prima: gli strettissimi rapporti con un familiare di Pablo Escobar del cartello di Medellin in Colombia. La seconda, che i siciliani si sono fatti furbi e acquistano la droga direttamente dai narcos senza la mediazione dei trafficanti calabresi della ndrangheta.
La droga sequestrata ha trascinato in carcere tre persone, due palermitani Antonio Lupo, fratello di Cesare picciotto dei Graviano nel quartiere di Brancaccio e Ignazio Catalano, tutti e due ritenuti i committenti del carico, c’è poi uno spagnolo che in Italia non ha messo piede e dunque risulta irreperibile e poi Vincenzo Civale, napoletano ritenuto la mente dell’organizzazione che si muoveva in tutta Italia, l’uomo che si era accreditato presso la famiglia Escobar guadagnandosi la fiducia dei narcos.
E’ con il giovane Escobar che tratta Civale offrendo in garanzia la sua vita, tanto da protrarre per quasi due mesi il suo soggiorno in Colombia a stretto contatto con i trafficanti che coltivano e producono la cocaina.
L’inchiesta sui rapporti tra Civale e i Narcos va avanti da oltre un anno. Proprio quando la guardia di finanza aveva intercettato un carico di nove chili di cocaina, nascosta tra carbone vegetale in polvere, spediti da un’impresa di Santa marta in Colombia e destinati a Palermo. In quell’occasione fu deciso di non intervenire nel’attesa di un nuovo carico più consistente.
E’ il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro a sottolineare come “I siciliani trattano direttamente con i narcos colombiani, senza più l’intermediazione dei trafficanti legati alla ndrangheta calabrese. Questo dato è assolutamente attuale e da questo bisogna partire per perfezionare le indagini sul narcotraffico”.