Trasporto locale e ciclo dei rifiuti siano a misura della città metropolitana. E la rete aeroportuale del Sud-Est, Catania e Comiso, sia posta in condizioni di maggiore competitività. E’ quello che emerge dall’assemblea congressuale, che ha sancito la costituzione del Presidio territoriale etneo, la Fit Cisl lancia due appelli alla politica locale e a quella nazionale.
Alla guida della nuova struttura territoriale è stato confermato Mauro Torrisi, affiancato da Tiziana Lupo (aeroportuali) e Alberto Toscano (ferrovieri).
Mimmo Milazzo, segretario generale della Cisl Sicilia, e Amedeo Benigno, segretario generale Fit Cisl Sicilia, hanno guidato il dibattito sulle questioni poste dalla nuova costituzione dell’ente metropolitano.
«La città metropolitana di Catania – hanno sottolineato nei loro interventi Milazzo, Benigno e Torrisi – dovrà coniugare le esigenze delle sue componenti in materia di servizi locali, trasporto aereo e ciclo dei rifiuti. In ogni settore sarà necessario un cambio di passo, per dare servizi anche ai centri della cintura metropolitana».
Per i rifiuti, secondo Milazzo, «è necessario un riordino del sistema perché la legge regionale 9 del 2010 ha sostanzialmente fallito, dopo 4 anni siamo sommersi dai rifiuti che non vengono ancora visti come risorsa da sfruttare. Siamo contrari al commissariamento interno ma favorevoli a un soggetto esterno per rilanciare il servizio ed evitare che le colpe ricadano sui lavoratori. Il nuovo piano regionale va quindi rivisto in sinergia con quello nazionale. E occorre fare presto perché la stagione turistica potrà pesantemente risentire dell’immagine della Sicilia in ogni suo angolo».
Nel trasporto pubblico locale, sono state evidenziate le difficoltà in cui versano tutte le partecipate comunali. Ma per l’Amt di Catania sono molto più pesanti, un’eredità negativa non più sopportabile. «Occorre aprire l’Amt agli altri Comuni dell’area metropolitana – è stato l’appello lanciato al sindaco Enzo Bianco – specialmente ora che il rapporto con i chilometri percorso è in rapido decremento e che i contributi regionali tardano ad arrivare».
Catania città metropolitana ha poi un aeroporto che è il più trafficato ma che ancora è “chiuso”, senza collegamenti e infrastrutture che lo possano aprire al resto del territorio del Sud Est siciliano, per un maggiore sviluppo del turismo e dell’agroalimentare. «Servono infrastrutture – dicono Milazzo, Benigno e Torrisi – per aprirlo, dargli maggiore competenze e competitività: allungare la pista e mettere in rete il sistema con Comiso. Ecco perché è necessario interrare la linea ferrata e realizzare la Catania-Ragusa».
«Stavolta le risorse per gli investimenti in infrastrutture ci sono – concludono – ma ci vogliono progetti esecutivi. La Sicilia ha oltre due miliardi di euro per le opere da realizzare ma devono partire i cantieri altrimenti si perderanno. La politica dia risposte concrete».