“Le autorità olandesi oggi a bordo della nave per un’ispezione sulla capacità di Sea-Watch 3 di ospitare, per periodi lunghi, le persone soccorse. Ma le navi di salvataggio non possono soddisfare questa richiesta: la legge del mare afferma che le persone salvate devono essere portate in un porto sicuro il prima possibile ‘without any delay'”.
Lo afferma la Sea Watch, ormeggiata a Catania, su Twitter, “denunciando la strumentalizzazione del tema della sicurezza delle persone soccorse allo scopo di ostacolare il salvataggio delle stesse”.
“La nostra nave – afferma Johannes Bayer, presidente di Sea-Watch – è pronta e adeguatamente attrezzata per prestare soccorso e assistenza alle persone in difficoltà, ma non siamo un hotel o un ospedale galleggiante, e tantomeno un hotspot. Il nostro dovere è quello di salvare le persone in pericolo in mare e portarle in un porto sicuro nel più breve tempo possibile”.
L’ispezione era stata richiesta dalla Guardia Costiera italiana che ha accertato come la Sea Watch, battente bandiera olandese anche se gestita da una ong tedesca, sia immatricolata come yacth e non come imbarcazione di salvataggio e dunque non potrebbe portare in sicurezza decine di persone tratte in salvo in mare. La nave, però, in base ai trattati europei, battendo bandiera olandese è sottoposto alle norme di quel paese e per questo è stato chiesto l’intervento delle autorità di quel Paese.
“E’ stata una scelta consapevole dei governi europei quella di tenere in ostaggio per settimane le persone a bordo della Sea-Watch 3. I bracci di ferro politici ci costringono a ospitare a bordo le persone soccorse per diversi giorni, e poi gli stessi Paesi ci accusano di non essere attrezzati per farlo” afferma, su Twitter, il presidente della Ong, Johannes Bayer. “Se facciamo un confronto con gli assetti di soccorso del Governo Olandese – aggiunge Bayer – è evidente che nessuna delle loro navi sarebbe adatta a ospitare a bordo, per un tempo prolungato, le persone salvate”.
“Lo stesso vale per qualsiasi altro mezzo, anche preposto al soccorso – aggiunge la portavoce italiana Giorgia Linardi – le persone a bordo della Diciotti, erano accomodate in condizioni precarie sul ponte della nave, nonostante si trovassero sulla nave ammiraglia della Guardia Costiera Italiana, progettata per il soccorso in mare e con l’utilizzo di fondi europei”.
L’ispezione che l’Olanda sta svolgendo a bordo della Sea-Watch a Catania, osserva l’Ong, è “il secondo accanito tentativo dello Stato di bandiera in meno di un anno”: “l’esito del precedente, del luglio 2018, ha rilevato che la nave risponde a tutti requisiti imposti dalla sua classe di registrazione”.
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