Catania

Intimidazioni contro agricoltore, raccolti distrutti e cani uccisi a fucilate

Un giovane imprenditore agricolo di Paternò, Nino Scarcipino, è stato vittima di una serie di gravi intimidazioni nella sua azienda agricola situata in contrada Piano Malati, a Santa Maria di Licodia. Dal sabato scorso a martedì notte, l’azienda è stata oggetto di ripetuti attacchi, lasciando Scarcipino sconcertato e con ingenti danni.

Atti intimidatori ripetuti

L’escalation di violenza è iniziata con l’incendio di un casolare sabato sera. Contemporaneamente, in un altro casolare di proprietà di Scarcipino, due cani, tra cui un pastore tedesco addestrato per la pet therapy e di fondamentale supporto al figlio autistico dell’agricoltore, sono stati uccisi a fucilate. Oltre 15 colpi di fucile sono stati rinvenuti sparsi per la proprietà.

Danni ai raccolti

Le intimidazioni sono proseguite nelle notti successive, con ulteriori colpi di arma da fuoco, la fuga di alcune capre allevate nell’azienda e il tentativo di allagare un campo coltivato, ostruendo e rompendo una saia per deviare il flusso dell’acqua. L’ultimo atto intimidatorio, scoperto ieri mattina, ha riguardato l’utilizzo di diserbante su un campo di ortaggi, distruggendo l’intero raccolto.

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L’Agricoltore denuncia: “Mi Hanno rovinato la vita”

Scarcipino, che ha investito tutto se stesso in questa attività, si è detto profondamente scosso e scoraggiato. “Non so chi possa aver agito, non ho mai ricevuto minacce o richieste particolari”, ha dichiarato a La Sicilia. L’agricoltore ha sporto denuncia ai Carabinieri della Compagnia di Paternò e della Stazione di Santa Maria di Licodia, che stanno indagando sull’accaduto senza escludere alcuna ipotesi. L’episodio ricorda la vicenda di Emanuele Feltri e della sua azienda “Sciddicuni”, vittima anni fa di simili intimidazioni, facendo ipotizzare un possibile collegamento con la “mafia dei pascoli”.

Il sogno di una fattoria sociale infranto

Scarcipino aveva ripulito e bonificato un terreno abbandonato, utilizzato per il pascolo abusivo, con l’obiettivo di creare una fattoria sociale. “Stavano distruggendo tutti i nostri sogni”, ha commentato amaramente, sentendosi solo e abbandonato anche dalla comunità locale, che sembra aver preso le distanze dopo l’inizio delle intimidazioni. L’agricoltore si chiede contro chi stia combattendo, sottolineando di aver sempre operato nel rispetto della legge

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