A Randazzo, per commemorare Antonio Canepa, ci sarà tutto l’universo dell’indipendentismo siciliano, domenica 16 giugno. Il Comitato Vespro 2019, che ha organizzato l’evento, raggruppa 27 associazioni.
L’iniziativa è stata presentata, questa mattina, a Palazzo dei Normanni da Fonso Genchi e Antonio Fricano. Gli organizzatori, che preferiscono chiamarla manifestazione più che commemorazione, mirano a coinvolgere la città di Randazzo.
Il comandante dell’Evis (Esercito volontario per l’indipendenza della Sicilia) fu ucciso, insieme a due giovani attivisti, Giuseppe Lo Giudice e Antonio Rosano, in uno scontro con una pattuglia dei Carabinieri, il 17 giugno del 1945, in località “Murazzu Ruttu”, da dove prenderà le mosse il corteo di domenica prossima, per concludersi in municipio.
Canepa scrisse, fra le altre cose, “La Sicilia ai siciliani”, considerato il testo di riferimento dell’indipendentismo siciliano. Sul suo assassinio gravano ancora molte ombre che, a distanza di 74 anni, non si sono diradate.
“Ancora non sappiamo – ha detto Fricano – se fu un omicidio di Stato o se ci furono dietro anche i servizi segreti. Per certo non fu un normale scontro a fuoco in un posto di blocco. I cadaveri furono tumulati, nottetempo, in un cimitero lontano da Randazzo e fra di loro c’era un attivista ancora in vita, che è morto negli anni Ottanta. I corpi rimasero nascosti per 10 anni e dopo traslati al cimitero di Randazzo. Secondo il superstite i colpi arrivavano da tutte le parti. Se estrapolo delle parti dal libro la “Sicilia ai siciliani” sembra di leggere frasi tratte da un quotidiano odierno. Canepa parla di molti nati in Sicilia, non siciliani, al governo, considerandoli traditori; il primo fra questi, Francesco Crispi. Canepa Prima che indipendentista, fu partigiano e antifascista. I suoi scritti, traslitterati ad oggi, sono ancora validi per rilanciare un pensiero sociale di riscatto della nostra terra”.
“Ormai – ha detto Genchi – i movimenti autonomisti si spostano verso l’indipendentismo, poiché il sistema politico non dà risposte alle istanze di autogoverno dei siciliani. L’unica strada affinchè la Sicilia non sia più una colonia è quella dell’indipendentismo. Ecco perché l’appuntamento di giorno 16 non è soltanto una commemorazione, ma la prosecuzione di un percorso di un gruppo verso un obiettivo condiviso”.
Sempre domenica, presso il cimitero monumentale di Catania, dove riposano i corpi dei tre caduti, saranno deposte rose rosse e gialle e ci sarà anche un attivista dell’Evis, ultranovantenne, non presente sul luogo dell’agguato, che racconterà come fu commentato l’assassinio dei tre compagni.