Edoardo, Maria, Salvatore, Paolo, Alessandro, Giovanni. Sono questi alcuni dei nomi delle persone che hanno perso la vita in diversi incidenti stradali avvenuti in Sicilia nell’ultima settimana. Un vero e proprio dramma che ha spezzato i giorni di nove vittime e che viene alimentato, quotidianamente, da tutti coloro i quali si rendono protagonisti di comportamenti poco consoni alla guida e totalmente ignoranti delle regole stabilite dal codice della strada.
Grande la sofferenza del responsabile di sede di Catania dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada – Onlus, Pietro Crisafulli, che rilancia un allarme già più volte ribadito sui giornali: “E’ davvero straziante assistere impotenti a quanto sta accadendo sulle strade siciliane.
A Catania ed in tutte le province della nostra regione, si registrano sempre più casi che coinvolgono i giovani – afferma il padre di Mimmo Crisafulli, scomparso a 25 anni nel quartiere Barriera di Catania nel 2017 investito da una vettura non fermatasi allo stop -. E’ come se fossimo in guerra, solo che al posto delle armi, ci sono le auto, ovvero mezzi che dovrebbero essere sinonimo di sicurezza. E’ necessario fare qualcosa al più presto, avviare collaborazioni con le istituzioni che, concretamente, possano tramutarsi in progetti incentrati sulla prevenzione e sul rispetto del codice della strada. L’ergastolo del dolore che ogni familiare di una vittima è costretto a vivere deve fungere da monito a chi si mette alla guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti o dopo aver bevuto. Basta morti sulle strade”.
“E’ una scia di sangue infinita”. Così il presidente dell’A.I.F.V.S. – Onlus, Alberto Pallotti, parla delle tragedie che si stanno consumando sull’isola. “E’ la dimostrazione evidente – continua – che sulle nostre strade il fenomeno non si è fermato, bensì miete vittime praticamente all’ordine del giorno. Non si tratta di sfortuna, né di casualità. Ci sono delle precise cause scatenanti che non possono essere più ignorate. E’ necessario arginare le distrazioni alla guida. Servono più controlli e le forze dell’ordine – conclude – devono essere messe in grado di far rispettare la legge”.
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