Ancora una morte bianca. Ancora un lavoratore morto mentre si guadagnava da vivere.
Si chiamava Giuseppe Leanza, ed era originario di Paternò (in provincia di Catania), il 30enne deceduto stamattina poco dopo le 9 in via Fossa Cava e Borgo Panigale, un quartiere di Bologna.
L’operaio, da quanto riporta Il Resto del Carlino, era al lavoro su un lucernaio, sul tetto di un capannone.
E’ precipitato al suolo, facendo un volo di circa 10 metri, ed è morto sul colpo.
A dare l’allarme i colleghi di lavoro. Sul posto sono intervenuti, oltre ai sanitari del 118, i carabinieri della compagnia di Borgo Panigale e gli ispettori della medicina del lavoro, per accertare la dinamica dell’incidente e verificare se tutte le condizioni di sicurezza fossero rispettate nel cantiere.
Giuseppe Leanza, residente da diversi anni a Zola Predosa, stava lavorando sul tetto di un’azienda che commercia pneumatici. Il giovane era dipendente di una ditta esterna incaricata dei lavori. L’area dove si è verificato l’infortunio è stata posta sotto sequestro.
“Esprimo il mio cordoglio e quello della città alla famiglia e agli amici della vittima. Sul posto si sono recati, appresa la notizia, anche il comandante della nostra Polizia Locale Romano Mignani e il delegato al Lavoro Sergio Lo Giudice, per prendere cognizione diretta dell’accaduto – commenta il sindaco Matteo Lepore -. Confidiamo che il lavoro delle autorità inquirenti possa chiarire eventuali responsabilità e la dinamica dell’incidente. Come Comune e Città metropolitana ribadiamo il nostro impegno, insieme alle altre istituzioni, ai sindacati e al mondo delle imprese, affinché incidenti di questo genere non si ripetano”.
Intanto prosegue l’inchiesta sulla morte del falegname Michele Pisciotta, 67 anni, volato da una impalcatura in un cantiere di un immobile di via Libertà, a Palermo. Ci sono sette persone indagate al momento che saranno sentite sui fatti.
Per oggi, nell’ufficio del sostituto procuratore Bruno Brucoli sono stati convocati, come atto di garanzia in quanto indagati di omicidio colposo, come detto, in sette. Si tratta del proprietario dell’appartamento di via Libertà, dove mercoledì attorno alle 13,25 è deceduto il falegname, il titolare dell’impresa che stava svolgendo i lavori di ristrutturazione, il direttore dei lavori e altri quattro tra operai e addetti che gravitavano attorno al cantiere che è stato teatro del decesso.
Il pubblico ministero Brucoli, di turno mercoledì, nel suo ufficio in Procura al secondo piano del palazzo di giustizia conferirà l’incarico al medico legale che dovrà effettuare l’autopsia, verosimilmente martedì: un accertamento tecnico non ripetibile a cui parteciperanno gli indagati, che tramite i loro legali avranno così la possibilità di nominare consulenti tecnici di parte e formulare osservazioni o riserve.
“Un uomo buono, un papà meraviglioso. Non si può morire così”. Piangono gli amici, i parenti, i colleghi e chi lo conosceva bene. Michele Pisciotta era un falegname, e adesso non c’è più. A 67 anni era andato a fare un sopralluogo in un cantiere edile è caduto dall’impalcatura in un palazzo in via Libertà a Palermo.
“Ancora una volta – denuncia il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo – queste dinamiche si verificano in assenza di controlli, soprattutto nei cantieri privati. Il lavoratore è caduto da un’impalcatura ad un’altezza relativamente bassa. Ma il tema è: perché a 67 anni si continua a lavorare rischiando incidenti mortali? E’ purtroppo una strage annunciata“.