I carabinieri a Paternò hanno sottoposto a fermo il 40enne Salvatore Antonino Carcagnolo ritenuto responsabile di rapina aggravata.
Dal 13 agosto scorso nel territorio di Paternò e Misterbianco si sono registrate ben sei rapine ai danni di operatori commerciali commesse da un uomo il quale, ha utilizzato il medesimo modus operandi, ossia giungere a bordo di un Fiat Fiorino e minacciare con dei cocci aguzzi di bottiglia le vittime per impossessarsi degli incassi.
Grazie all’analisi delle immagini registrate dalle telecamere attive nelle zone d’interesse, gli investigatori sono riusciti a dare un volto all’autore del reato ricavando altresì il numero di targa del furgone che risulterà intestato all’attuale fermato.
Acquisita la certezza sull’identità del soggetto da ricercare, che nel frattempo aveva fatto perdere le proprie tracce (successivamente si appurerà che da settimane non aveva fissa dimora) si è organizzata una vera e propria caccia all’uomo mediante l’utilizzo nell’arco delle 24 ore di numerose pattuglie.
Inoltre, avendo acquisito, come già detto, il numero di targa del Fiat Fiorino, lo stesso è stato inserito nell’apposito sistema di individuazione delle targhe per registrarne nei diversi varchi l’ingresso e l’uscita dal capoluogo etneo, in quanto il medesimo indicava che il criminale al termine di ogni fatto delittuoso si era diretto sempre a Catania.
Per tali evidenze si è predisposto un servizio di osservazione e controllo lungo tutta la SS 121 al fine di individuare il mezzo e il suo conducente.
Dispositivo che dava i suoi frutti nel preciso istante in cui una delle pattuglie percorrendo la corsia inversa lo ha individuato nell’area di sosta di un distributore di carburanti “ENI” all’interno del quale, come lo stesso ammetterà successivamente, stava per compiere l’ennesima rapina non portata a termine perché avvistata la “gazzella”.
Il criminale, invece di fuggire nel senso di marcia regolare, effettuando una pericolosissima manovra, ha percorso alcuni chilometri in contromano – verso Paternò – prima di guadagnare l’uscita e rimettersi nella carreggiata corretta in direzione del capoluogo etneo.
Manovra che ha costretto i carabinieri, viaggianti nella corsia opposta – suddivisa dall’altra dalle barriere di cemento – ad aumentare la velocità e ad attivare i dispositivi di emergenza per avvisare gli automobilisti in transito nell’altra corsia, evitando di fatto l’impatto tra gli stessi ed il fuggitivo.
Allertate le altre pattuglie, ne è scaturito un concitato tallonamento durante il quale il malvivente ha iniziato ad eseguire delle manovre a zig zag lanciando dal finestrino all’indirizzo degli inseguitori delle bottiglie di vetro fortunatamente non andate a segno.
L’inseguimento, protrattosi per oltre 15 minuti, terminava all’interno di una piccola traversa nei pressi di Piazza Mercato a Catania, precisamente nel quartiere di Monte Po’, luogo in cui il malvivente ha abbandonato il mezzo per fuggire a piedi, approfittando anche della presenza di numerosi bambini intenti a giocare in strada.
Mentre alcuni militari esaminavano il Fiat Fiorino abbandonato, all’interno del quale sono stati rinvenuti alcuni cocci di bottiglia, simili a queli utilizzati per commettere le rapine, le altre pattuglie hanno protratto le ricerche fin quando lo si è riusciti a scovare e catturare all’interno dell’abitazione dei genitori a Paternò (sembra che il fuggiasco abbia fermato e pagato un ignaro motociclista per farsi accompagnare fino in paese).
Il fermato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza dove permane così come deciso dal G.I.P. del Tribunale etneo in sede di convalida.