Torna in libertà l’imprenditore Catanese Paolo Pistone, 62 anni, celebre per il suo marchio di fabbricazione made in Sicily “I dolci di Nonna Vincenza”. Il gip di Catania ha emesso il provvedimento di revoca della misura cautelare dai domiciliari. “La revoca – sostengono gli avvocati di Pistone, Carmelo Peluso e Luigi Latino – è frutto dell’interrogatorio di garanzia in cui il nostro assistito ha chiarito ogni aspetto”.

“Dimostrerò la mia innocenza”

A parlare è anche lo stesso indagato: “Durante il processo- scrive in una nota –  dimostrerò che il mio operato all’interno della Pas srl è stato improntato sempre su buona fede, abnegazione e correttezza in tutti gli aspetti della mia attività imprenditoriale. I dolci di Nonna Vincenza è sempre stato un marchio sinonimo di qualità, rispetto e tradizione e tornerà a brillare, quando tutto si sistemerà, come prima e più di prima”.

L’indagine

Pistone finì sotto indagine l’1 luglio scorso quando venne arrestato ai domiciliari per bancarotta fraudolenta patrimoniale. Secondo la guardia di finanza avrebbe pilotato la bancarotta di una sua azienda distraendo somme in favore di un’altra azienda intestata alla moglie. Uno dei più classici metodi per lasciare gli eventuali creditori con un pungo di mosche in mano. Le indagini condotte dal nucleo di polizia economico finanziaria di Catania e coordinate dalla Procura. Fari puntati sulla società ‘Pas Srl’, che aveva come amministratore unico Paolo Pistone. Secondo l’accusa avrebbe portato al dissesto distraendo soldi in favore della nuova realtà aziendale ‘Dulcedo srl’, riconducibile al contesto familiare dell’imprenditore.

Escamotage contabili

“L’indagato – come si leggeva nel comunicato del comando provinciale delle fiamme gialle di Catania – avrebbe fatto ricorso a diversi escamotage contabili in bilancio”. Il suo scopo, secondo gli inquirenti, sarebbe stato quello di occultare il reale stato di salute dell’impresa. “Una condotta – aggiungono i finanzieri – che avrebbe aggravato l’esposizione debitoria della società nei confronti dei creditori, quantificata in circa 6,2 milioni di euro”.

I soldi prosciugati

L’imprenditore, come avrebbero accertato i finanzieri, avrebbe sottratto dalle casse circa 419 mila euro. Avrebbe proseguito le attività di produzione e commercializzazione di prodotti di pasticceria. Ha utilizzato il marchio “I dolci di Nonna Vincenza” attraverso l’affitto, a valori irrisori rispetto al volume d’affari e alla redditività, di 4 rami d’azienda. Il tutto a favore della “Dulcedo srl”, società di recente costituzione e amministrata dalla moglie.

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