“Il nuovo impianto catanese per la produzione di substrati di carburo di silicio, per cui Stm aveva acquistato dal Comune un terreno alla Zona industriale, è a rischio. I vertici della multinazionale, oggi in videoconferenza, hanno confermato il progetto strategico ma hanno pure ammesso che potrebbe essere realizzato in altre nazioni dove le agevolazioni per l’impresa, particolarmente quella hi-tech, sono decisamente superiori”. Lo afferma il segretario generale della Uilm di Catania, Giuseppe Caramanna.
“Rivolgiamo un appello a Stato e Regione rivolgiamo un appello: facciano di tutto perché Catania non perda un’opportunità irripetibile. È in gioco la creazione di 350 posti di lavoro e una fetta del futuro di Etna Valley. Allo stato attuale il cantiere per la costruzione dell’impianto nel nostro territorio è fermo, ma la fabbricazione di substrati di carburo di silicio non può certo attendere. Questa produzione innovativa, sviluppata dalla ricerca Stm proprio nello stabilimento catanese, è decisiva per lo sviluppo della mobilità elettrica. Avevamo esultato lo scorso anno quando la multinazionale aveva annunciato un piano per far nascere in terra d’Etna quella che i quotidiani specializzati avevano definito una Silicon Carbide Valley. Adesso, vogliamo scongiurare che un sogno vada in frantumi per difetto di lungimiranza, per miopia, degli enti pubblici”.
Da qui al 2020, il carburo di silicio è destinato a rimpiazzare completamente il silicio in tutte le componenti relative alle macchine elettriche. Le grandi case automobilistiche, quindi, non sono disposte a restare indietro, visto che può immagazzinare dieci volte più energia del silicio, ha il doppio della sua conduttività elettrica e quattro volte della conducibilità termica. Innovazioni che possono portare a una riduzione dei costi e quindi maggiori possibilità di mercato.
L’intesa, ha visto finoracoinvolti il ministero dello Sviluppo economico e le Regioni Lombardia, Emilia Romagna e Sicilia, destina circa 23 milioni – tra fondi pubblici e privati – alle attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale proposte dalla StM, congiuntamente alla società Lpe e al Consorzio nazionale interuniversitario per la nanoelettronica.