Continua a tenere banco il tema del Reddito di Cittadinanza. Tra schieramenti di centrodestra e schieramenti di centrosinistra, ma anche nel terzo polo, continua il dibattito sul beneficio statale voluto dal Movimento 5 stelle e oggi messo in discussione.
Anche a seguito delle dichiarazioni rese dal leader di Azione, Carlo Calenda, Alberto Spitale, esponente “renziano” del Calatino e candidato alla Camera dei Deputati, nella lista “Azione – Italia Viva di Calenda”, si dice del parere che “bisogna continuare a sostenere coloro che non possono effettivamente lavorare e aiutare tutti gli altri beneficiari, attivando percorsi di formazione e accompagnamento al lavoro”.
Secondo il candidato, “per trasformare questo sussidio in una misura di politica attiva del lavoro è auspicabile l’inserimento dei beneficiari anche nelle cooperative sociali d’inserimento lavorativo. Sono quelle imprese solidaristiche, create proprio per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro ai soggetti più deboli della società”.
“Si tratta d’imprese di transizione – sottolinea Spitale – presso le quali si potrebbero formare i beneficiari del RdC per poi essere inseriti stabilmente in tutte le tipologie di aziende, di certo anche quelle costituite in forma cooperativa. Questa è già la mission delle cooperative sociali d’inserimento lavorativo che da circa un trentennio operano a beneficio di altre categorie di soggetti svantaggiati dal punto di vista sociale. Quindi – conclude Alberto Spitale – non pensiamo alla riproposizione di quei contenitori vuoti nati nel passato per alimentare forme di precariato, promettendo improbabili stabilizzazioni tutte a spese dell’erario, ma a delle ‘palestre’ presso le quali addestrare i disoccupati, per rendere concreta la prospettiva di un loro inserimento lavorativo. In questo contesto la cooperazione sociale può diventare una componente importante di un nuovo sistema di politiche attive del lavoro che ripensi il reddito di cittadinanza in termini di dignità e di sviluppo”.
Anche il leader di Azione, Carlo Calenda, nei giorni scosi a Catania si è espresso sul beneficio. “Non sono contrario al reddito di cittadinanza. Chi non può lavorare, non è in condizioni di farlo, deve continuare a prenderlo. Chi può lavorare deve essere formato” ha detto Calenda a margine di un incontro elettorale. “Oggi in Italia, ad esempio, mancano tremila saldatori. Chi rifiuta il lavoro deve perdere il sussidio. E contemporaneamente siamo favorevoli al salario minimo in modo da garantire uno stipendio decoroso”.