Carmelo Mignosa, primario della Cardiochirurgia del Policlinico di Catania arrestato ieri, ha ammesso tutto davanti alla gip Carla Aurora Valenti e al pm Fabio Regolo, parlando dei 2.000 euro che martedì gli ha consegnato l’imprenditore Valerio Fabiano, ma anche degli altri soldi, circa 21mila euro, che la Guardia di Finanza ha trovato trovati dai finanzieri del nella sua abitazione.
Le accuse al primario
Ieri Mignosa, 61 anni, è andato ai domiciliari. Su di lui si adombra la pesante accusa di aver tentato di pilotare un appalto da ben 30 milioni di euro. Al centro dell’inchiesta portata avanti dalla guardia di finanza l’appalto per l’assegnazione della fornitura del materiale specialistico per cardiochirurgia destinato all’azienda ospedaliera universitaria del policlinico “Rodolico San Marco”. Agli arresti anche Valerio Fabiano, rappresentante legale di una società di prodotti medicali con sede nella provincia etnea, per l’ipotesi di “corruzione per l’esercizio delle funzioni o dei poteri conferiti”.
I soldi trovati in casa
Sei buste trovate a casa sua come si legge nel provvedimento del giudice che ha disposto i domiciliari “Nella prima, cento banconote da 50 euro cadauna per un importo complessivo di 5.000 euro all’interno di una busta gialla conservata nella tasca di una giacca a vento con adesivi “Soccorso piste sci”, rinvenuta all’interno di un armadio della camera da letto”. Anche le altre buste erano dentro la giacca a vento. Ulteriori tangenti da 5.000 euro, una da 1.100, un’altra da trecento. Scrive la Guardia di finanza in un comunicato: “Si tratta di somme ritenute utilità connesse a precedenti dazioni per i medesimi scopi illeciti”. Probabilmente, soldi pagati da altri imprenditori, su questo aspetto vige il massimo riserbo al palazzo di giustizia.
La confessione dell’imprenditore
Ha confessato pure Valerio Fabiano. “Volevo ingraziarmelo per incrementare le forniture al reparto”, ha detto. Intanto Mignosa è stato già sospeso dall’Università. E l’inchiesta della Guardia di finanza prosegue, a caccia di altre mazzette nella sanità. Mignosa tornerà presto davanti ai magistrati. “La consegna di denaro avvenuta martedì non era stata preventivamente organizzata”, ha detto ancora al gip, come ad alleggerire la sua posizione. E ha parlato pure di una cena che gli sarebbe stata offerta da Fabiano: “Abbiamo parlato dei capitolati, ma mai abbiamo parlato di consegne di somme di denaro in relazione a ordinativi futuri”. In un altro interrogatorio, il primario ha poi ammesso che Fabiano gli aveva fornito le schede tecniche dei suoi prodotti. L’appalto stava per essere aggiustato.
Poche indiscrezioni
Al momento non trapelano particolari che riguardano la delicatissima inchiesta che travolge i vertici della sanità Catanese. Le investigazioni, svolte dalle unità specializzate del nucleo di polizia economico finanziaria della finanza di Catania, hanno riguardato, in particolare, una procedura di gara che consta di 122 lotti, bandita dalla stessa azienda sanitaria per la fornitura di materiale specialistico di cardiochirurgia, in relazione alla quale il primario ricopriva anche il ruolo di presidente della commissione tecnica. Sin dalle prime fasi d’indagine, sono emersi una serie di contatti e incontri dello stesso primario con alcuni imprenditori, tutti interessati all’aggiudicazione di uno o più lotti di questa gara d’appalto, tra cui Fabiano.
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