Dal mare di Cefalù alla pietra vulcanica dell’Etna, passando per il verde del parco dei Nebrodi. La Sicilia ha mostrato il meglio di se nella quarta tappa del Giro d’Italia di ciclismo vinta sul traguardo del Rifugio Sapienza da Ian Polanc, che ha letteralmente compiuto un’impresa portando a termine una fuga di ben 179 km.
LA CORSA. Vincenzo Nibali è l’uomo più atteso: sia perché è uno dei favoriti alla vittoria finale, sia perché ha una voglia matta di presentarsi, domani, nella sua Messina con la maglia rosa. Insieme a Nibali occhio a Quintana, ma anche ad un altro siciliano: Tiralongo.
181 km con un avvio pianeggiante in riva al mare, fino a Sant’Agata di Militello quando la carovana ha cominciato a salire verso il primo gran premio della montagna a Portella. Ma già dai primi km di corsa, un gruppo di corridori ha tentato la fuga, con il placet del gruppo che non ha risposto.
Sulla discesa che dai Nebrodi ha portato corsa al traguardo volante di Bronte, la squadra di Vincenzo Nibali ha cominciato a tirare per diminuire lo svantaggio dai battistrada. A Bronte è Pavel Brutt a passare per primo sul traguardo, mentre il gruppo con i migliori rimane distante più di 6 minuti.
Da Bronte verso il secondo traguardo volante previsto all’interno del comune di Biancavilla. Un continuo sali e scendi verso Nicolosi e l’inizio della durissima salita dell’Etna. Prima, però, passaggio nel comune di Adrano. Tiene ancora bene il terzetto di testa: ad Adrano sono ancora più di 6 i minuti di vantaggio dei battistrada. Al traguardo volante di Biancavilla si conferma al primo posto Pavel Brutt.
Proprio Brutt si stacca dai battistrada, mentre il dislivello tra Santa Maria di Licodia e Ragalna crea qualche difficoltà ai corridori, poi è una caduta far salire la tensione prima dell’arrivo a Nicolosi.
Dopo Ragalna, infatti, alcuni corridori sbagliano strada e non si accorgono dello svincolo per Nicolosi: qualcuno riesce a trovare una via di fuga, altri invece cadono sullo spartitraffico. Nel frattempo si stacca la maglia rosa.
Comincia la scalata verso il Rifugio Sapienza e il distacco del gruppo diminuisce sensibilmente. Il primo a partire è Paolo Tiralongo, siciliano e compagno di squadra di Michele Scarponi, recentemente scomparso in seguito ad un incidente stradale. Nel frattempo lo sloveno Ian Polanc, rimasto solo in testa alla corsa, riesce ad aumentare il suo vantaggio sul gruppo.
Tiralongo viene riprese dal gruppo, ma lo spettacolo che regala la salita dell’Etna è davvero unico. Sono gli uomini di Nibali a dettare i tempi del gruppo, ma a 10 km dall’arrivo, la fuga di Polanc diventa sempre più seria e credibile.
A 8 km dall’arrivo si muove qualcuno dal gruppo: partono Pelizzotti ( compagno di squadra di Nibali ) e Anacona, ma vengono ripresi dopo pochi metri. Ci prova anche Holland, ma la sua azione non ottiene i risultati sperati.
Il gruppo alza il ritmo, ma in testa, Polanc, riesce a mantenere un paio di minuti di vantaggio. La fatica si fa sentire per lo sloveno in fuga già dai primi km di corsa. Il vento costringe il gruppo a schierarsi a ventaglio, ma a 3 km dall’arrivo ecco il momento che aspettano tutti.
Scatta Vincenzo Nibali, ma lo squalo viene ripreso immediatamente dal gruppo. Scatti su scatti quelli che arrivano dal gruppo dei migliori, ma nessuno riesce a imprimere il cambio di ritmo decisivo.
A circa 1 km è ancora di un minuto il vantaggio di Polanc, ma dal gruppo viene fuori Zacarin con un’azione che lascia di stucco gli altri pretendenti alla vittoria.
Dopo 179 km di fuga, però, Polanc trova ancora la forza per arrivare all’arrivo e vincere la tappa sul traguardo del Rifugio Sapienza. Una vera e propria impresa, festeggiata dal bagno di folla che ha regalato l’Etna.
A 10 secondi da Polanc il resto del gruppo e il messinese Vincenzo Nibali. La maglia rosa va al lussemburghese Jungels. Non è stata la tappa che tutti i siciliani aspettavano, ma è chiaro che solo al quarto giorno di gara i big hanno preferito non esporsi.
“Ringrazio tutti: la squadra, la famiglia, quelli a casa e chi mi supporta. Questa vittoria ci voleva, dopo quella sull’Abetone, al Giro d’Italia 2015. Sono veramente felicissimo per avere vinto sulla prima salita. Non avrei mai immaginato di arrivare al traguardo, perché il vantaggio era ridotto. Nel finale ero senza energia, cercavo di prendere forza”. Queste le prime parole di Jan Polanc dopo il trionfo sull’Etna.
“Sono orgoglioso e, non nascondo, anche un po’ emozionato per essere riuscito nell’impresa di riportare in Sicilia uno dei più importanti appuntamenti sportivi, che quest’anno giunge alla centesima edizione. Abbassare quella bandiera rosa per dare il via alla tappa siciliana mi ha regalato un’emozione particolare perché ho sempre seguito da bambino il giro d’Italia e aver contribuito a riportare, dopo sei lunghi anni d’assenza, la maglia rosa nella nostra isola e’ per me un grande motivo d’orgoglio”. Lo ha detto l’assessore regionale allo Sport, Anthony Barbagallo, che oggi ha dato il via alla tappa.
Domani la quinta tappa del giro: partenza da Pedara e arrivo a Messina.
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