Ieri, a Termini Imerese, il regista Pietro Crisafulli ha consegnato ufficialmente il DVD del film “La voce negli occhi” all’onorevole Giorgia Meloni e all’onorevole Nello Musumeci. La pellicola narra la storia di Salvatore Crisafulli, fratello di Pietro.
L’11 settembre 2003, all’età di 38 anni, Salvatore fu travolto, a Catania, da un furgone insieme al figlio, che stava accompagnando a scuola. La diagnosi è di stato vegetativo post-traumatico. Dopo le prime cure nei reparti di rianimazione all’ospedale di Catania e Messina viene trasferito, a causa della mala sanità siciliana, in Toscana a casa del fratello Pietro, in attesa di essere ricoverato presso un centro di Imola perché necessitava di urgenti cure riabilitative. Ricovero che non ottenne mai, né a Imola né presso altre strutture. A casa di Pietro avviene il risveglio. Quando Salvatore si sveglia, si rende conto che tutti lo ritengono incosciente tranne i suoi familiari, che hanno lottato fino alla fine senza arrendersi mai. «Giorgia Meloni conosce molto bene il film, scomodo a tante persone – ha commentato Pietro Crisafulli – Noi seguiamo 247 casi, solo in Sicilia, di persone che non hanno assistenza. Il nostro sogno è quello di realizzare un centro risvegli per persone che vivono questo dramma».
Per Giorgia Meloni: «Questa è una di quelle situazioni in cui la politica purtroppo rischia di farsi trascinare da quello che è utile e non da quello che è giusto. La storia la conosco bene. Qualche anno fa Silvio Berlusconi la citò durante una conferenza stampa perché sono stata io a segnalare questa storia. La politica di uno stato che funziona si occupa di quello che è giusto. Deve occuparsi di queste storie – ha aggiunto la Meloni – perché sono le famiglie e chi le vive che chiaramente attraversano maggiori difficoltà, indipendente dal fatto che convenga il dato statistico. È una delle ragioni per cui abbiamo seguito tale vicenda. L’abbiamo citata in varie occasioni, abbiamo letto il libro e utilizzata come esempio, nella sua tragedia, in modo positivo per raccontare la storia di chi cerca di avere una vita dignitosa in condizioni in cui lo stato non sempre si rende conto della difficoltà dell’importanza».
«La sfida è quella di riuscire a neutralizzare l’emigrazione della salute, i viaggi della speranza – ha concluso Nello Musumeci – In Sicilia abbiamo tante personalità, tanti talenti e poli di eccellenza che potrebbero davvero far invidia anche alle regioni del nord. Il problema è che la sanità, fino ad oggi, in Sicilia è stata quasi sempre oggetto di devastazione da parte di certa mala politica. Noi vogliamo voltare pagina e credo che serva meno politica in sanità e più meritocrazia tra le corsie. E’ un obiettivo al quale stiamo guardando con estrema fiducia e questa tragica esperienza costituisce uno stimolo ulteriore».