Cercasi lucidità e, se possibile, obiettività. Il day after, in realtà anche durante l’attesa e nell’immediato post intervento (non va più di moda chiamarlo comizio) di Renzi a Catania in occasione della festa nazionale dell’Unita’, come inevitabile che fosse, si sono super sprecati litri e litri di ‘inchiostro virtuale’ nel commentare, postare, sentenziare, giudicare su quanto avvenuto. Su quanto avvenuto anche e sopratutto fuori la villa Bellini con i gravi incidenti (ma de che?) tra i manifestanti e le forze dell’ordine. ‘Fuffa’ molta ‘Fuffa’, fumo e niente arrosto. In tutti i sensi e, per certi versi, meglio così, almeno sul versante sicurezza.
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Partendo da quello politico che dire. Quindici giorni di interessanti dibattiti, convegni, passerelle di ministri, deputati nazionali e regionali di quel Pd che, a torto o ragione, comunque se la batte lì lì con il movimento 5 Stelle ad essere il primo partito del Paese portando avanti una politica di riforme (assurde, giuste, oculate, sbagliate o correggibili e perfettibili che siano) che l’italico stivale, isole comprese, sconosce da tempi lontanissimi.Punto.
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Poi, che a Catania non sia in realtà venuta fuori una ‘notizia seria’, uno spunto veramente interessante dal punto di vista giornalistico e’ tutto un altro discorso. Così, a livello di giornalismo locale (e non solo locale), si è puntato il dito su qualche falla organizzativa (decideva tutto Roma) della stessa festa. Che c’e’ stata. Vero.
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Vero altresì che alla fine dei conti, polemiche da bar-stadio a parte (esagerato non far disputare la partita del Catania manco fossimo al G8 con la concomitanza di Catania-Palermo), il capoluogo etneo e’ stato teatro di un altro evento nazionale dove il premier, ministri, parlamentari nazionali,giornalisti ‘nazionali’ -quindi TV e quotidiani nazionali- hanno comunque citato e pubblicizzato in positivo la città etnea per due settimane. E nell’era della immagine e della comunicazione poco non è. Anzi. Oggi funziona così.
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Venendo agli scontri, anche qui. Fuffa. Molta. Esagerazioni da ambo le parti. Alla fine della fiera, erano forse più le forze dell’ordine dei manifestanti. Ironia a parte, e complimenti a parte del capo della polizia al questore di Catania per il lavoro svolto, sono obiettivamente sembrate oltre misura le presenze delle ‘sicurezza’ in quella ampia zona di centro città eccessivamente blindata manco fossimo, già scritto pocanzi, al G8,9 o 20 che sia. Evidentemente quando ‘sposta’ il Premier (qualunque Premier) e’ così. Stop.
Questi numeri hanno comunque consentito che nulla di negativamente edificante sia avvenuto. Meno male. Così facendo però chissà cosa diventerà Taormina l’anno prossimo nei giorni del G7 che si terrà proprio nelle strade della perla (blindata ed accerchiata come Alcatraz) dello Jonio. Mah.
Dall’altra parte invece i soliti ‘vittimismi’ dei manifestanti. Pochi. Pochissimi. In mezzo, quasi purtroppo, alcuni giornalisti che hanno forse ‘pompato’ un po’ troppo ciò che di così grave non è effettivamente avvenuto. Animando tra l’altro ‘intellettualissimi’ dibattiti sui social da compulsiva sindrome da ‘mi piace’ su Facebook. In realtà ieri non eravamo né al G8 di Genova, né in Val di Susa per il No Tav e neppure alla fine di un qualsiasi derby calcistico anni ’90.
Insomma in questi ultimi 15 giorni la ‘metaforica’ montagna, alla fine, in tutti i sensi, tra la nota pasticceria e la Villa Bellini di Catania, ha partorito il solito, inutile topolino. Solo polpette. Buona digestione.
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