“Il decreto del Ministro per la Protezione civile Nello Musumeci che prevede aiuti per i Comuni danneggiati dalla cenere vulcanica proveniente dall’Etna è una buona notizia per tanti siciliani e dimostra ancora una volta l’importanza della leale collaborazione tra istituzioni”. Lo dichiara Gaetano Galvagno, Presidente dell’Assemblea regionale siciliana.

“Nel giorno di Ferragosto – aggiunge – dopo avere sentito il sindaco della Città Metropolitana di Catania Enrico Trantino e altri sindaci della zona, avevo chiesto immediati sostegni per cittadini e amministrazioni, registrando la grande attenzione e sensibilità del Presidente della Regione Renato Schifani che ha subito indirizzato una richiesta al governo nazionale. Governo che si è immediatamente attivato, grazie al Ministro Musumeci, intervenendo anche sul tema complesso delle spese da sostenere per lo smaltimento. Un esempio di buona politica – conclude Galvagno – nell’interesse esclusivo dei cittadini siciliani”.

Le parole del Codacons

Il Codacons, che con il suo Presidente Regionale, avvocato Giovanni Petrone, ha chiesto la dichiarazione dello stato di emergenza e la realizzazione, da parte dei Comuni interessati, di interventi volti a rendere funzionanti i sistemi di drenaggio urbani per prevenire danni con le prime piogge, adesso punta il dito contro le Istituzioni.

La dichiarazione dello stato di emergenza

Infatti, come spiega l’avvocato Bruno Messina, vice presidente regionale, la mancata dichiarazione dello stato di emergenza connesso alla caduta della cenere dall’Etna può produrre diverse conseguenze negative, sia a livello economico che sociale. D’altra parte, il fenomeno, sebbene ormai frequente, comporta una serie di problematiche che richiedono interventi rapidi ed efficaci per essere gestite adeguatamente. In particolare, dice l’avvocato Bruno Messina, la presenza di cenere nell’aria può avere effetti negativi sulla salute, soprattutto delle persone con problemi respiratori; poi sussistono conseguenze legate alla sicurezza. Difatti, la sabbia vulcanica può rendere le strade scivolose, aumentando il rischio di incidenti. Inoltre, vanno valutati tempi e costi di pulizia e messa in sicurezza delle aree colpite.

I disagi dei cittadini

La sabbia vulcanica copre strade, tetti e coltivazioni, rendendo necessarie operazioni di rimozione complesse e costose. Ancora, prosegue Bruno Messina, non va sottovalutato l’impatto sul settore turistico, una delle principali fonti di reddito per molte località ai piedi dell’Etna. La presenza di sabbia vulcanica e la mancanza di un’adeguata gestione dell’emergenza potrebbero dissuadere i turisti dal visitare i Comuni ai piedi del vulcano, con conseguenti perdite economiche per l’intero comparto. Le strutture ricettive, già messe alla prova da stagioni difficili a causa della pandemia, potrebbero così subire un ulteriore contraccolpo, aggravando una situazione economica già precaria.

Le dichiarazioni dell’avvocato Messina

Insomma, conclude l’avvocato Messina, la mancata dichiarazione dello stato di emergenza a seguito della caduta di sabbia vulcanica produce conseguenze negative su più fronti, e per questo motivo, in caso di danni cagionati alle aree e alla popolazione interessata dal fenomeno, riterremo responsabili coloro che non hanno ritenuto necessario adottare provvedimenti adeguati, sottovalutandone le conseguenze, poiché la prevenzione e la gestione delle emergenze rappresentano un elemento cruciale per garantire la sicurezza e il benessere dei cittadini e per preservare la stabilità economica e sociale delle aree a rischio.

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