Le dichiarazioni sulle Ong e il salvataggio dei migranti rese dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro sono un caso che scuote la politica e che rischia di ripercuotersi sugli equilibri dell’organo di autogoverno della magistratura, il Csm. Una pratica a difesa del magistrato è stata chiesta dal consigliere laico Zanettin, dopo che il vicepresidente Giovanni Legnini ha annunciato l’esame del caso da parte del comitato di presidenza.
“Dopo aver sentito i capi di corte e il presidente della prima commissione, Giuseppe Fanfani – ha detto stamani il vicepresidente del Csm – sottoporrò il caso all’esame del comitato di presidenza alla prima seduta utile fissata per mercoledì 3 maggio”.
Il consigliere laico (in quota Forza Italia) del Csm Pierantonio Zanettin, invece, in un’istanza presentata al Comitato di presidenza chiede che venga aperta “una pratica a tutela del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, oggetto di “attacchi” da parte della politica che “pare non condividere le sue ipotesi investigative, eretiche rispetto alla narrativa ufficiale del fenomeno della immigrazione nel nostro paese”.
Sulla questione non mancano le prese di posizione da parte della politica con larga parte del centrodestra, i Cinquestelle ed anche il candidato segretario del Pd, Michele Emiliano che si schierano accanto a Zuccaro e con altre prese di posizione, provenienti da altre parti politiche in favore delle Ong.
Intanto anche oggi è intervenuto anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che commentando l’annuncio di Legnini, puntualizza “E’ il Csm, è sua facoltà muoversi in questo senso: attendiamo gli sviluppi”.
Orlando ha ribadito che “non bisogna generalizzare, bisogna fare le indagini: se qualcuno va punito, va punito – ha detto il ministro – Le discussioni di carattere generale sono utili se poi producono anche fatti concreti e sentenze”. Secondo il guardasigilli “è inevitabile” la strumentalizzazione da parte di alcuni partiti, “ma non ci preoccupiamo di questo, facciamo i processi”.
Intanto il magistrato catanese verrà ascoltato il prossimo 9 maggio dalla Commissione inchiesta migranti: “E’ importante – spiega il presidente Federico Gelli – avere a disposizione ogni elemento utile per comprendere i motivi che hanno spinto il procuratore a fare certe dichiarazioni. Dobbiamo stare attenti a non gettare discredito sull’attività di tante organizzazioni senza le quali sarebbe impossibile gestire l’emergenza migranti”
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