Adesso dopo i soccorsi, il dolore e le lacrime spetta alla procura fare luce su quanto è successo ieri sera in via Garibaldi a Catania.
Tra le ipotesi quella che l’uomo morto carbonizzato nel magazzino si volesse suicidare. Per questo c’erano tre bombole di gas.
Qualche testimone racconta che i medici gli avevano dato quattro giorni di vita. “Che campo a fare aveva detto l’anziano”
Saranno adesso le indagini di periti che saranno nominati dalla Procura cercheranno di capire l’esatta dinamica
dell’esplosione al piano terra di una palazzina di via Garibaldi che ha provocato la morte dell’uomo che viveva in quella casa e di due vigili del fuoco e il ferimento grave di due loro colleghi.
Al momento l’unica certezza è che l’esplosione è stata dall’interno verso l’esterno, come dimostra anche la porta
d’ingresso che la deflagrazione ha fatto ‘volare’ per alcuni metri prima di ‘cadere’ su un’auto posteggiata.
La squadra, con 5 uomini in servizio, era arrivata su segnalazione di una fuga di gas di un vicino, che ha poi avrebbe detto di avere visto un pompiere con una motosega in mano. Ma anche se l’avesse usata non è detto che le scintille abbiamo causato l’esplosione perché è stata dall’interno verso l’esterno.
E’ più probabile che la causa sia da ricercare dentro la casa dopo la squadra mobile ha trovato e sequestrato tre bombole di gas Gpl.
Nelle ricostruzioni possibili non si esclude neppure la tesi del suicidio, ma l’uomo potrebbe anche essere svenuto per un malore o per l’esalazione del gas che ha saturato l’ambiente comprimendo le parete e spingendo verso l’esterno.
Sarà l’inchiesta della Procura di Catania, diretta da Carmelo Zuccaro, a fare chiarezza su dinamica ed eventuali
responsabilità. Oggi potrebbero essere dati gli incarichi per l’autopsia sui tre corpi.
Intanto attorno al rione c’è un silenzio assordante. La gente passa e si fa il segno della croce, anche chi è in auto. Dei
tavelloni di legno sono messi a mo’ di porta sugli ingressi di via Garibaldi e via Sacchero a Catania, nel piano terra dello stabile dove ieri sera c’è stata una violenta esplosione.
Sulle ‘tavole’ un foglio che ufficializza il sequestro di quella parte dell’immobile disposto dalla Procura di Catania che
ha delegato le indagini alla squadra mobile della Questura.
Durante la notte i vicini di casa sono potuti tornare nelle loro abitazioni, a conclusione dei lavori e dei sopralluoghi dei vigili del fuoco che hanno messo in sicurezza e bonificato la zona.
“Ero vicino al nostro mezzo di trasporto, perché dovevo prendere degli attrezzi, quando ho sentito la violenta esplosione: non ho visto cosa è accaduto prima, ma dopo la scena à stata drammatica.
Non la dimenticherò mai”. Così il pompiere rimasto illeso nell’esplosione del piano terra di una palazzina a Catania agli investigatori che lo hanno sentito. L’uomo, il quinto componente l’equipaggio che ha il ruolo di autista, è ancora sotto choc per l’accaduto.
Nello scoppio sono morti Dario Ambiamonte, 40 anni, e Giorgio Grammatico, 38 anni, e l’uomo che viveva in casa Giuseppe Longo 75 anni. Due vigili del fuoco sono ricoverati all’ospedale Garibaldi in gravi condizioni.
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