Si chiama ‘Via Santa Filomena riunita’ il progetto lanciato dagli esercenti che nella strada diventata un importante polo eno gastronomico di Catania e una zona di attrazione turistica hanno le loro attività: ristoranti, pizzerie, locali di sushi.
Quello che gli imprenditori titolari dei locali chiedono all’Amministrazione Comunale di Catania sono soltanto le autorizzazioni per il suolo pubblico permanente. Perchè delle spese sono pronti a farsi carico. Ma soprattutto chiedono maggiori controlli di polizia, il rispetto delle regole e del divieto d’accesso già presente nella strada con il posizionamento di alcuni dissuasori.
Il progetto presentato – come più volte sottolineato – sarà completamente a carico degli esercenti. Prevede la chiusura al traffico di via Santa Filomena, che risulta pedonale, ma che in realtà è percorsa giornalmente da auto, motorini e camion.
Prevede anche l’installazione di cestini per i rifiuti e posa ceneri, la realizzazione di una rete wi-fi per consentire ai clienti il libero accesso ad internet, l’installazione di telecamere a circuito chiuso per prevenire atti vandalici.
Gli esercenti hanno in mente anche un piano di pulizia straordinaria mensile e quotidiano della strada con la manutenzione degli spazi a carico loro.
Già nel 2012, il gruppo di ristoratori aveva fatto le stesse richieste al Comune di Catania con la possibilità di organizzare eventi artistici e culturali legati sempre al mondo eno gastronomico per la promozione di via Santa Filomena e dell’intera città.
Grande disponibilità da parte degli assessori presenti. “Sono richieste che hanno il fine di abbellire e creare maggiori controlli sulla strada e rendere più decoroso questo luogo che grazie al loro lavoro è diventato uno dei più importanti palcoscenici culturali della città”, ha dichiarato Di Salvo che ha promesso già, in giornata, di fare arrivare 4 transenne. L’assessore Lombardo ha ribadito anch’egli l’interesse a organizzare una conferenza di servizi per stabilire tutta la viabilità della zona.
L’appuntamento è tra una settimana per verificare che le “prime promesse” siano state mantenute.
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