Sui tre finiti ai domiciliari il Gip Giovanni Cariolo fa una disanima a dir poco squalificante: “Si sono resi protagonisti di condotte illecite non solo quantitativamente rilevanti, ma anche ‘qualificativamente’ significative di una condotta parassitaria volta sostanzialmente ad utilizzare il posto di lavoro quale strumento per foraggiare le proprie risorse economiche (id est, percepire parte molto rilevante dello stipendio) senza svolgere la corrispondente attività di lavoro”.
Lo scrive il giudice delle indagini preliminari Giovanni Cariolo nell’ordinanza sull’assenteismo al comune di Acireale che vede tre impiegati ai domiciliari e 12 con l’obbligo di firma. I tre sono: Venera Lizio, 45 anni, messo notificatore a tempo determinato, Orazio Mammino, 49 anni, funzionari all’ufficio tributi e Mario Primavera, 49 anni, ex vigile urbano nel frattempo impiegato come istruttore di vigilanza.
Gli indagati sottoposti all’obbligo di firma sono: Antonio Grasso, messo di notificatore a tempo determinato di 51 anni; Mario Cocilovo, impigato all’ufficio tecnico di 54 anni; Giuseppe Galvagno, tecnico di 56 anni, Carmelo Di Bartolo, tecnico di 60 anni; Carmelo Amore, tecnico a tempo determinato di 48 anni; Pietro Currò, usciere di 51 anni; Anna Maria Anastasi, amministrativa di 65 anni; Teresa Messina, amministrativa di 60 anni; Orazio Musmarra, centralinista di 57 anni; Pietro Valerio, messo notificatore di 61 anni; Salvatore Trovato amministrativo a tempo determinato di 47 anni e e Santo Trovato amministrativo di 57 anni.
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