I carabinieri del comando provinciale di Catania hanno arrestato un 20enne di origini straniere residente a Belpasso, già gravato da precedenti di polizia, responsabile del reato di rapina. Tutto è partito verso l’ora di pranzo, quando un giovane rider di una nota azienda per la consegna di cibo a domicilio, era stato incaricato di ritirare il pranzo per un cliente, presso un fast food di Piazza Stesicoro.
Il ragazzo aveva, quindi, legato la bicicletta elettrica con cui effettua le consegne ad un palo della luce all’esterno del ristorante, ed era entrato per ritirare l’ordine. Mentre attendeva, aveva tuttavia notato con stupore un ragazzo suo coetaneo, che tronchese alla mano, stava tagliando la catena della sua bici, tentando di rubarla.
Il furto
Accortosi del tentativo di furto, il rider era quindi accorso per bloccare il ladro, che non volendo lasciare la presa dal ghiotto bottino, una bicicletta dal valore di circa 1.500 euro, aveva iniziato a picchiarlo con calci e pugni, per poi alla fine dileguarsi a piedi, non riuscendo comunque a portare a termine l’azione criminale.
Provvidenziale in quel momento l’intervento di una Gazzella del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Catania, che in servizio di pattugliamento, nell’attraversare via Etnea, giunta nella piazza, ha sorpreso il rapinatore proprio mentre, dopo aver colpito il rider con un pugno, cercava di scappare per i vicoli limitrofi.
I carabinieri sono quindi subito riusciti a fermarlo e ad arrestarlo, chiedendo immediatamente anche l’intervento dei medici del 118 per prestare aiuto alla vittima, che è stata trasportata presso il pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi, dove gli sono state diagnosticate fortunatamente solo lesioni lievi. Il rapinatore è stato posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ne ha convalidato l’arresto e disposto l’obbligo di firma.
Due arresti per droga in provincia
I carabinieri della Compagnia di Paternò, supportati dai militari dello Squadrone Eliportato cacciatori di Sicilia, hanno arrestato in flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti un cinquantunenne del posto, gravato da numerosi precedenti penali, tra cui associazione a delinquere di tipo mafioso, in quanto legato al clan “Assinnata” di Paternò, articolazione della famiglia Santapaola Ercolano di Catania, e il figlio ventiquattrenne con precedenti di polizia per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio in concorso.
Al riguardo, nell’ambito di un servizio finalizzato al contrasto del fenomeno del traffico di sostanze stupefacenti disposto dal Comando Provinciale di Catania, i Carabinieri di Paternò avviata una mirata attività info-investigativa, hanno predisposto sul campo una serie di controlli e ricerche finalizzati all’individuazione di possibili nascondigli di droga. Nella circostanza, nel corso di tali attività, i militari hanno controllato un casolare disabitato sito in Contrada Iaconianni, agro del Comune di Paternò, che da quanto emerso dalle indagini, si presumeva potesse nascondere della droga.
I carabinieri hanno quindi iniziato un servizio di osservazione a distanza, con l’ausilio del personale specializzato dei Cacciatori di Sicilia, i quali hanno scorto, poco dopo, giungere nel casolare un uomo e una donna (successivamente identificati quali marito e moglie) a bordo di un veicolo. A quel punto, gli operanti hanno deciso di intervenire per controllarli. Mentre l’uomo è sceso dal veicolo e si è avvicinato al casolare, la donna che intanto era rimasta in macchina, ha iniziato a suonare il clacson all’impazzata, in modo da avvisare il marito dell’arrivo degli equipaggi, ma il suo tentativo è stato inutile, visto l’intervento tempestivo dei Carabinieri che gli hanno dato giusto il tempo di aprire la porta per poi bloccarlo.
La perquisizione
Messa in sicurezza la situazione, i militari hanno pertanto effettuato una perquisizione dell’edificio e del terreno circostante, rinvenendo al suo interno, stipati in una camera vuota, alcuni bidoni dove erano occultati 10 involucri termosaldati contenenti marijuana per circa 4,5 chili.
La perquisizione è stata inoltre estesa alla macchina utilizzata per arrivare sul posto, al cui interno i Carabinieri hanno rinvenuto materiale per il confezionamento, risultato compatibile con l’imballaggio degli involucri contenti marijuana. Intanto sul posto, nel corso della perquisizione è sopraggiunto il figlio 24enne del pregiudicato, che con sommo stupore ha trovato i Carabinieri ad operare.
A quel punto, il cinquantunenne, che era sottoposto alla misura della detenzione domiciliare per pregresse condanne, con permesso di assentarsi in determinati orari, ha dichiarato ai militari che lo stupefacente rinvenuto in realtà fosse del figlio, il quale confermava quanto detto dal padre e si assumeva la paternità della droga. Le sue dichiarazioni però non gli hanno permesso di evitare l’arresto, e infatti i Carabinieri hanno assicurato entrambi alla giustizia, ponendoli a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ha convalidato l’arresto e disposto la traduzione in carcere per il padre presso la casa circondariale di Catania Bicocca, nonchè la misura degli arresti domiciliari per il figlio.
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