In tre diverse operazioni della questura

Furto aggravato e aggressione a poliziotti, sei arresti nel catanese

Sono sei gli arresti effettuati nelle ultime ore dalla questura di Catania per una serie di reati che vanno dal furto aggravato alla resistenza a pubblico ufficiale. Tre le diverse operazioni portate avanti dai poliziotti: scovati un topo d’auto ed un tentativo di rubare le monete da un parcometro. Tre donne poi hanno aggredito gli agenti che erano intervenuti per sedare una lite tra loro.

Il topo d’auto

Un equipaggio delle volanti è intervenuto in via Filzi dove era stato segnalato da un passante un individuo che aveva asportato parti di un’autovettura in sosta e che si stava allontanando a piedi. Grazie alla descrizione dettagliata fornita dal cittadino, l’uomo veniva individuato e fermato poco dopo mentre trasportava la refurtiva. E’ stato quindi arrestato con l’accusa di furto aggravato e, su disposizione del pubblico ministero, ha avuto gli arresti domiciliari in attesa del giudizio per direttissima.

La lite

Gli agenti sono anche intervenuti in via Duca degli Abruzzi a seguito di segnalazione di lite tra coinquiline. Sul posto venivano individuate tre donne ucraine, le quali stavano animatamente litigando per problemi legati alla coabitazione; alla vista degli operatori, intervenuti per sedare la lite, le tre donne opponevano resistenza provocando lesioni ai poliziotti. Venivano arrestate per lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale e rimesse immediatamente in libertà su disposizione del pm.

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Furto a parcometro

Altro intervento della polizia in via Teocrito, dove erano stati segnalati due uomini intenti a forzare un parcometro della ditta “Sostare”. Giunti sul posto gli agenti hanno bloccato immediatamente i due, entrambi pregiudicati di 33 e 24 anni, mentre con un arnese allo scasso erano ancora intenti a scardinare dalla colonnina del parcometro la cassetta contenente il denaro. I due venivano arrestati con l’accusa di furto aggravato in concorso e, su disposizione del pm, uno ha avuto i domiciliari e l’altro è ancora in stato di fermo in attesa del giudizio per direttissima.

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