Durante la scorsa notte, i carabinieri del nucleo radiomobile del comando provinciale di Catania hanno denunciato un marocchino 38enne, accusato di tentato furto aggravato. L’equipaggio di una gazzella, grazie anche alla segnalazione di un passante che ha subito avvertito la centrale operativa dell’Arma dopo aver notato un uomo aggirarsi tra alcune auto parcheggiate lungo la via Vittorio Emanuele, è tempestivamente intervenuto avviando le ricerche del presunto ladro.
L’uomo sorpreso in via Vittorio Emanuele
L’uomo sospetto è stato quindi localizzato all’incrocio tra via Vittorio Emanuele e la via Politi ed ha tentato di rifugiarsi all’interno di una Fiat Panda, venendo comunque bloccato nonostante si fosse disteso sui sedili, nella speranza di non essere notato. Dopo aver infranto il finestrino posteriore destro dell’autovettura in cui aveva cercato di nascondersi, aveva smontato quanto di suo interesse poiché verosimilmente frutto di “ordinazioni” ben precise: il cruscotto, il vano portaoggetti ed alcuni componenti dell’autoradio.
L’attività si inserisce nel solco di una campagna di contrasto ai furti di parti di auto o moto, avviata dal comando provinciale lo scorso gennaio ed ancora pienamente in corso e prevede ispezioni mirate anche presso autodemolitori, officine e auto-ricambisti, alcuni dei quali assolutamente abusivi o non perfettamente in regola. I carabinieri etnei hanno finora effettuato 7 arresti in flagranza e 18 denunce a piede libero, contestando in alcuni casi anche violazioni in materia ambientale connesse alla gestione e smaltimento dei rifiuti speciali.
Detenuti autorizzati a lavorare, scoperti degli irregolari
Prosegue l’attività di controllo avviata dai Carabinieri nei confronti dei beneficiari delle misure di detenzione alternative al carcere. I militari hanno controllato 150 persone altrettante aziende ce avevano offerto loro un impiego, rilevando una serie di violazioni. In due casi lo svolgimento dell’attività lavorativa era fittizio. In altre dieci occasioni i detenuti con permesso lavoravano invece in nero.
I militari di Paternò hanno scoperto che 31enne non si fosse da tempo presentato al frantoio di Contrada Cuturella, luogo di lavoro indicato all’autorità giudiziaria per ottenere il permesso. I carabinieri di Acireale, hanno segnalato un 27enne della zona, che non ha mai svolto nemmeno una giornata lavorativa in negozio di fiori di Aci Catena dove avrebbe dovuto lavorare, in base a quanto scritto sul permesso lavorativo ottenuto.
Nel corso dei controlli, i militari hanno anche scoperto che altri 2 detenuti domiciliari con permesso di lavorare, che prestavano la loro opera “in nero” e senza la prevista sorveglianza sanitaria. Si tratta, in particolare, di una carrozzeria di Adrano e di un bar- tabacchi di Biancavilla, che complessivamente su 10 lavoratori effettivi, ne avevano impiegati 7 senza contratto e visita medica; tra questi, vi erano appunto anche le 2 persone sottoposte alla misura alternativa al carcere. Per entrambe le aziende, è quindi scattata una maxi sanzione per un valore totale di 87 mila euro e la sospensione imprenditoriale delle attività.
Sette titolari denunciati
L’Arma di Catania ha deferito i titolari di 7 esercizi commerciali, per aver impiegato 18 lavoratori “in nero” e senza la prevista “sorveglianza sanitaria”. Tra questi, sette erano beneficiari della misura alternativa al carcere e autorizzati a svolgere attività di lavoro. Per queste aziende, un negozio di abbigliamento di Riposto, una rivendita all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli e un autonoleggio di Catania, una ditta edile, un’officina meccatronica e un panificio di Misterbianco e una ditta di fabbricazione di carta e imballaggi di Mineo, è stata disposta la sospensione delle attività commerciali. I carabinieri hanno infine sanzionato o amministrativamente tre imprenditori, rispettivamente titolari di una Macelleria ad Aci Sant’ Antonio, di un vivaio a Catania e di un ingrosso di pesce ad Acireale, per aver dato lavoro nero ad altre tre persone ai domiciliari. Ottantamila euro l’ammontare delle sanzioni erogate.
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