Prima rubavano le auto, poi risalivano ai proprietari e chiedevano denaro per restituirle oppure aspettavano che fossero gli stessi proprietari a cercare un contatto con i ladri per “minimizzare” il danno. E non c’erano limiti ai furti.

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Il diffuso sistema

Il sistema è diffuso e in altre occasioni sono state riscontrate anche modalità “miste”. Ciò significa che quando nessuno aderisce al “riscatto” le auto di valore vengono rivendute sul circuito delle auto rubate per essere spedite all’estero magari con documenti falsi oppure vengono smontate e rivendute a pezzi. Destino, quest’ultimo, che riguardava le auto non reclamate, non piazzabili o quelle di minor valore. Solo in alcuni casi le auto vengono abbandonate in aree periferiche degradate.

Otto arresti

Nel caso specifico sulla base delle indagini sono 8 le persone destinatarie di provvedimenti restrittivi della libertà. L’indagine ha tratto origine dal diffuso e radicato fenomeno dei furti di autovetture correlato, pressoché in modo sistematico, alla richiesta di denaro, fatta pervenire ai proprietari del veicolo, al fine di ottenere la restituzione del mezzo.

Gli indagati

I destinatari della misura restrittiva della libertà sono Salvatore Maugeri, 28 anni; Salvatore Venuto, 27 anni; Antonio Santapaola, 40 anni; Gianluca Bonaccorsi, 32 anni; Antonio Balsamo, 44 anni; Giuseppe Linguaglossa, 25 anni; Francesco Lo Presti 22 anni e Danilo Privitera di 24

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Gli episodi ricostruiti

Le indagini hanno permesso di ricostruire numerosi episodi di furto di autovetture ed un tentativo di estorsione attuato con il metodo del così detto “cavallo di ritorno”, nonché di individuare coloro che sarebbero stati coinvolti nei furti e coloro che sarebbero intervenuti nella successiva fase estorsiva, sfruttando il momento di smarrimento in cui si trovano le parti offese nei momenti immediatamente successivi alla constatazione del furto.

La tecnica usata dalla banda

Gli inquirenti hanno avuto modo di constatare, inoltre, come gli autori dei reati, abbiano operato, con una tecnica finalizzata a rendere complessa la loro identificazione, ovvero secondo uno schema basato sulla suddivisione dei compiti e sull’alternarsi degli autori nell’arco della medesima giornata, con nuclei di due o tre soggetti di volta in volta, in tutto o in parte diversi da quelli precedenti.

L’interrogatorio e le misure cautelari

I provvedimenti sono scattati tre giorni fa e dopo l’interrogatorio preventivo degli indagati, il Giudice per le indagini preliminari, su richiesta del Pubblico Ministero titolare del relativo fascicolo d’indagine, ha disposto la custodia in carcere nei confronti di cinque degli otto indagati, mentre per quanto riguarda le posizioni di Linguaglossa, Lo Presti e Privitera ( quest’ultimo già ristretto per altra causa), sono stati disposti gli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico.