Nel pomeriggio di ieri, su delega della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, la Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare, emessa in data 2.5.2018 dal G.I.P. presso il Tribunale di Catania, nei confronti di Rosario Pitarà, (cl.1954), inteso “Saretto ‘u furasteri”, pregiudicato, in atto sottoposto alla Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, in quanto ritenuto responsabile del reato di omicidio, con l’aggravante di avere agito per motivi futili e abietti, essendosi avvalso delle condizioni previste dall’art.416 bis c.p. al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa denominata Cursoti milanesi e con premeditazione.
La misura cautelare compendia gli esiti di indagini, delegate dalla Procura – D.D.A. di Catania, ed eseguite dalla Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata a riscontro delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Bonaccorsi Concetto che, unitamente da quelle già rese da altri collaboratori di giustizia (Russo Franco e Testa Roberto) hanno consentito di acquisire gravi elementi probatori a carico di PITARA’ Rosario in ordine all’omicidio di Salici Gaetano (cl.1962), attinto da numerosi colpi di arma da fuoco la sera del 2 agosto 1987.
Invero, alle 19.15 circa del 2 agosto 1987, in via Lazio, nel rione di Nesima Superiore, Salici Gaetano veniva attinto da colpi d’arma da fuoco e, immediatamente soccorso, decedeva durante il trasporto in ospedale. I testimoni oculari riferivano che vi era stato un inseguimento, ad opera del killer, che aveva avuto inizio in via La Marmora ed era terminato innanzi ad una bancarella ubicata in via Lazio, dove il SALICI era stato attinto da diversi colpi d’arma da fuoco.
In sede di sopraluogo, sul posto del delitto vennero rinvenuti e sequestrati 5 bossoli cal.7,65.
Lo stesso 2 agosto, pochi minuti dopo la consumazione del delitto, l’equipaggio di una volante sorprendeva il predetto Guglielmino Giovambattista (cl.1962) in via Barsanti, luogo non lontano da quello dell’omicidio, mentre appiccava il fuoco ad un’autovettura Fiat Uno.
Sulla base degli elementi raccolti Guglielmino Giovambattista veniva posto in stato di fermo perché gravemente indiziato di concorso nell’omicidio del Salici e veniva condannato, per tale fatto, dalla Corte di Assise di Appello di Catania, alla pena di anni 16 e mesi 6 di reclusione.
Non era stato possibile, invece, risalire all’autore materiale dell’omicidio.
In base alle dichiarazioni di Bonaccorsi Concetto, corroborate da quelle di Testa Roberto, testimone oculare del delitto, occasionalmente presente ai fatti, l’omicidio di Salici era stato deliberato ed eseguito da PITARA’ Rosario – perché ritenuto coinvolto in un attentato, non andato a buon fine, in pregiudizio del predetto PITARA’, ordito da esponenti della famiglia Santapaola.
Invero, circa il movente dell’omicidio, entrambi i citati collaboratori riferiscono che erano in corso da parte di affiliati al clan Santapaola tentativi di uccidere PITARA’, in quanto considerato killer spietato e scomodo per gli avversari. Il fratello del Salici, avendo appreso che alcune persone si erano recate dal fratello Gaetano per chiedergli informazioni su dove si trovasse “Saretto ‘u furasteri”, aveva riportato la notizia al Pitarà, il quale si era convinto che Salici avesse fornito supporto per l’agguato.
In effetti, in data 30 luglio 1987, alle ore 18,00 circa, in via San Leone angolo via Dell’Adamello, vi era stata una sparatoria e dalle notizie confidenziali era emerso che PITARA’ Rosario era stato oggetto di un attentato, al quale era riuscito a scampare.
PITARA’ Rosario, esponente storico della famiglia mafiosa dei Cursoti milanesi, con ruolo di vertice nell’ambito della medesima organizzazione, era stato scarcerato il 18 agosto 2017, dopo un lungo periodo di detenzione.
Espletate le formalità di rito, Pitarà è stato portato presso la casa circondariale di Catania – Bicocca.