Nelle aeree di sosta aprivano le auto e fotografavano i libretti dell’auto da dove prendere gli indirizzi di casa e le chiavi trovate nel cruscotto.

Mettere a segno i colpi a questo punto diventava un gioco da ragazzi. Una banda composta da tre persone più il fabbro che realizzava le chiavi sono finiti nell’indagine dei carabinieri di Catania.

In carcere con l’accusa di furto, furto aggravato, detenzione illegale e porto abusivo di arma da fuoco sono finiti I Daniele Romeo, 32 anni, Francesco Vittorio, 36 anni e Alberto Vittorio, 32 anni. Per nove mesi l’artigiano non potrà più vendere chiavi o riprodurle. Per L.G.M. di 49 anni è scattata l’interdittiva.

Il provvedimento ha interessato soggetti gravati da precedenti specifici residenti a Catania nei quartieri popolari di San Cristoforo e Librino.

Le indagini hanno consentito di accertare la commissione di 6 furti in abitazione (di cui 2 tentati) e 6 furti su autovettura eseguiti dal mese di luglio 2017 al mese di luglio 2018, con la fattiva collaborazione del responsabile di un esercizio commerciale di vendita e fabbricazione di chiavi il quale, in più occasioni, da una semplice foto, era in grado di riprodurre il calco delle chiavi delle dimore obiettivo del furto.

L’attività investigativa – condotta dalla Stazione Carabinieri di Piazza Verga attraverso anche l’ausilio di attività tecniche e avviata a seguito di una denuncia di furto di circa 75.000 euro in contanti, monili e preziosi – ha consentito di comprendere le modalità con le quali i soggetti si organizzavano per commettere i furti, come si procuravano le chiavi necessarie per accedere alle abitazioni senza lasciare alcun segno di effrazione.

I soggetti individuavano le vittime più appetibili in specifiche aree di sosta e, con l’utilizzo di un disturbatore di frequenza, riuscivano ad accedere alle autovetture d’interesse, approfittando della momentanea assenza dei proprietari, provvedendo immediatamente a fotografare i libretti di circolazione e le chiavi presenti.

Dalle fotografie riuscivano a duplicare le chiavi delle residenze delle vittime e, dal libretto di circolazione della autovettura, risalire all’indirizzo dove effettuare i successivi sopralluoghi per analizzare le abitudini dei proprietari e scegliere il momento propizio per commettere i reati.

Nel corso dell’indagine veniva sequestrata attrezzatura varia per lo scasso, mazzi di chiavi duplicate, disturbatori di frequenza, cellulari (c.d. “citofono”), nonché recuperati preziosi e monili dal valore complessivo di 2.500 euro.

 

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