I passeggeri con patologie ‘sospette’ potranno ricorrere alle cure del canale sanitario attivato all’aeroporto Fontanarossa di Catania.
Con l’inaugurazione del presidio medico in air side lo scalo etneo diventa il terzo aeroporto Sanitario in Italia, dopo Milano Malpensa e Roma Fiumicino: il primo del sud Italia.
Il Canale Sanitario presenta tre percorsi differenziati con una segnaletica orizzontale esterna – area rossa, gialla e verde, come i codici triage del pronto soccorso ospedaliero – che orienta le ambulanze o le navette interpista. Al suo interno gli spazi sono articolati in sale d’aspetto, ambulatori, aree d’isolamento a pressione negativa con filtri HEPA (sistemi di filtrazione ad altissima efficienza) e rete fognaria “dedicata”, ovvero senza contatti con la rete cittadina e predisposta per la bonifica.
A margine dell’inaugurazione della struttura, è stato il responsabile Sanità Pubblica della Croce Rossa Italiana, Federico D’Urso a spiegare le caratteristiche della barella hi tech utilizzata per i pazienti con sospette patologie.
Il presidio sanitario non nasce solo per il virus Ebola, ma per altre malattie infettive come la tubercolosi per isolare completamente il paziente.
“E’ una barella che si basa sul principio della pressione negativa – ha detto D’Urso – Ha un motore che permette di aspirare l’aria dall’esterno e attraverso un filtro che purifica l’aria per il paziente, per poi buttare l’aria all’esterno. Ha più di 10 ore di autonomia o è alimentata attraverso la rete elettrica di 220 volt. E’ dotata di maniche per potere operare sul paziente, di un termometro per misurare la temperatura all’interno della barella, una sacca di interscambio.
A Catania, lo scorso 26 dicembre, la barella è stata utilizzata per patologie sospette poi non confermate: un paziente arrivato dalla base di Maristaeli trasportato all’ospedale Garibaldi-Nesima.
“Con la messa in funzione del Canale Sanitario – ha sottolineato Ranieri Guerra, Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute – l’Aeroporto di Catania diventa il terzo ingresso protetto del nostro Paese, quarto se consideriamo anche lo scalo militare di Pratica di Mare. Una struttura unica nel meridione d’Italia con caratteristiche tecniche per il biocontenimento e il controllo sanitario di passeggeri provenienti da Paesi cosiddetti “affetti” o che, durante il volo, presentano segni e sintomi di malattie infettive diffusive”.
Claudio Pulvirenti, Direttore Regionale del Ministero della Salute, spiega che “in casi di emergenza, segnalati alla torre di controllo dai comandanti dei voli in transito o in fase di atterraggio, interverrà l’equipe del Ministero della Salute (USMAF-SASN, Uffici della Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera), composta da 5 medici, 1 infermiera professionale e 4 tecnici che quotidianamente svolgono controlli sanitari alle frontiere nell’ambito del Regolamento Sanitario Internazionale. In casi sospetti – prosegue Pulvirenti – i medici del Canale Sanitario decideranno se trasportare il paziente nelle strutture del territorio con Pronto Soccorso Infettivologico, nel caso di Catania l’Ospedale Garibaldi Centro, o attivare un volo sanitario fino ai centri nazionali di Roma (Spallanzani) e Milano (Sacco)”.
Per SAC, società di gestione dello scalo che ha sostenuto i costi per la realizzazione della infrastruttura, il riconoscimento di Aeroporto Sanitario da parte del Ministero della Salute rappresenta una ulteriore qualificazione d’eccellenza.
“Siamo l’unico scalo nel sud Italia – dicono la Presidente di SAC, Daniela Baglieri, e l’AD Nico Torrisi – a poter offrire questo importante servizio sanitario alle compagnie aeree provenienti dai paesi del Sud e del Medio Oriente che sinora, in casi di sospetta emergenza infettivologica a bordo, potevano atterrare solo a Roma: aggiungendo quindi un’altra ora di volo allo stato di allerta sanitario che mette a rischio passeggeri ed equipaggi. Siamo certi che questa qualifica di Aeroporto Sanitario aumenterà l’appeal di Fontanarossa da parte delle compagnie aeree, siano o no già partner dello scalo di Catania”.
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